Racing Point, il budget cap per ridurre le differenze

Racing Point, il budget cap per ridurre le differenze© LAT Images

Al di là del semplice dato finanziario, l'occasione di un budget cap ulteriormente ridotto potrà dare a squadre di quella "seconda fascia avanzata" un'opportunità in più di avvicinare i top team

04.05.2020 ( Aggiornata il 04.05.2020 12:57 )

“Dobbiamo fare attenzione, non stiamo dicendo solo ‘tetto ai costi per ragioni finanziarie’, il limite aiuta anche nell’avvicinare il gruppo”. Otmar Szafnauer torna sul tema sempre vivo del budget cap e del nuovo tetto di spesa sul quale le squadre e la FIA dovranno trovare un punto comune. Trattative in corso da oltre due mesi sul quanto ridurre ulteriormente il budget cap alla luce della pandemia di coronavirus e le ripercussioni che avrà sulle finanze dei team.

Indimenticabile Ayrton

E’ una considerazione cruciale, che spiega anche l’esposizione massima prodotta da una squadra come McLaren nel sostenere consistenti tagli alle possibilità di spesa dal 2021 e spingere a un estremo da 100 milioni di dollari a stagione, dai 150 milioni punto d'incontro attualmente concordato.

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Letto sotto forma di leva per bilanciare le forze in campo, il budget cap, non si può dimenticare quanto deciso sui regolamenti tecnici, particolarmente stringenti nelle aree dello sviluppo aerodinamico e con una filosofia improntata al miglioramento delle caratteristiche delle monoposto in una fase di corsa in “aria sporca” (in scia di un’altra monoposto, già entro i 2” di gap). Lo scorso anno, nel presentare le norme tecniche, Ross Brawn segnalava come lo spirito del regolamento fosse anche mirato a limitare il vantaggio cronometrico derivante dallo sviluppo tecnico.

La virtuosa Force India

Sulla ratio del budget cap, Szafnauer ha dichiarato a motorsport.com: “Dobbiamo ricordare come con il tetto ai costi non devi spendere il denaro, non sei costretto anche se il limite fosse a 170 milioni di dollari. Alla Force India, ad esempio, con tutte le eccezioni, spendevamo solitamente circa poco oltre i 100 milioni, diciamo 110. Ma ci sono tante eccezioni, tolte le quali, direi che avremo speso circa 70 milioni di dollari e quella soglia ci ha portati al quarto posto in un paio di occasioni.

Il limite ai costi è realmente un livellatore della competitività e delle prestazioni che puoi estrarre”.

Richiama la gestione Force India, realtà vincente per il rapporto tra risorse finanziarie e risultati. Una gestione durante la quale, lo stesso Szafnauer come il dt Green, al tempo spiegavano come la grande differenza rispetto a squadre con maggiori risorse fosse l’impossibilità di prodursi in una ricerca e sviluppo su una varietà di soluzioni, dovendo scegliere con cura e privilegiare gli sviluppi, limitarli nel numero durante una stagione come nelle differenti strade da poter approfondire su un’area di sviluppo.

Soddisfatti o meno, purché eguali

Sul punto sollevato dalla Ferrari, di un inaccettabile ulteriore taglio del budget al di sotto dei 150 milioni di dollari a stagione per le ripercussioni che avrebbe sui posti di lavoro, Szafnauer ha commentato: “I grandi team oggi spendono oltre 300 milioni e dover scendere a 170, 150 o 100 milioni li porta a urlare e dire ‘Dobbiamo tagliare molti posti di lavoro’. E’ dura farlo.

Stiamo negoziando e discutendo, per arrivare a un tetto ai costi che sia piaccia in modo eguale a tutti o non piaccia in modo altrettanto uguale”.

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