Hamilton corre contro le statistiche del passato, mentre Barcellona evidenzia tutte le carenze della Ferrari. Infine, addio alle mappature da qualifica
Piste come Barcellona non perdonano. Del resto, non è un caso che vi si svolgano i test. Non solo perché quella spagnola è una terra che dà più garanzie in termini climatici per i test invernali, ma anche perché la pista del Montmelò è un banco prova completo per le vetture. C'è un po' di tutto: un lungo rettilineo, curve lente e curve veloci, ottime per mettere alla prova aerodinamica, meccanica e motore. Il bello è che da questa pista puoi avere un riscontro completo sulla monoposto, il brutto è che se questa stessa monoposto è carente a Barcellona non ti puoi nascondere. E purtroppo è successo alla Ferrari, sul tracciato che già tra febbraio e marzo aveva evidenziato le criticità di un progetto nato con ben altre ambizioni. In Inghilterra Binotto aveva detto che la SF1000 non ha punti di forza, a fine gara Leclerc lo ha ribadito dicendo “non è questione di aerodinamica o motore, è tutto il pacchetto a mancare”. Quanto questo pacchetto manchi, lo si vede dalle qualifiche, in una sessione in cui Hamilton, dati alla mano, nel Q1 ha girato più veloce del miglior tempo di Leclerc in Q3 (con il monegasco che in realtà il suo crono più veloce del sabato lo ha fatto segnare in Q2, ma comunque più lento del tempo in Q1 di Lewis). Colpa di una vettura che perdeva in ogni settore: nel primo, dove conta la velocità di punta, nel secondo, quello con le curve più veloci, e nel terzo, sostanzialmente un settore di trazione dove però è anche necessario un avantreno molto preciso. Tutta roba che manca alla SF1000, che infatti si è presa complessivamente un secondo e mezzo sul giro secco. La top speed delle qualifiche diceva Hamilton 320 e Leclerc 316 (distacco non abissale a dire la verità, frutto probabilmente anche di scelte di set-up), anche se le differenze che fanno più male sono quelle delle curve: Hamilton ha fatto registrare +7 km/h alla 4, +10 alla 5, un altro +10 alla 12 ed un +8 tra la 13 e la 14. In tutto il giro, Leclerc riusciva a stare sulle velocità di Hamilton solo in tre occasioni: in ingresso alla 7 e dopo la 14 è riuscito a portare 1 km/h in più di Hamilon, uguagliandolo alla 10. Numeri impietosi per una macchina che in Spagna si è presa più di tre decimi al chilometro.
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