GP Belgio, Wolff e un digiuno da interrompere a Spa

GP Belgio, Wolff e un digiuno da interrompere a Spa© sutton-images

La vittoria manca da tre anni e il momento, con la superiorità Mercedes ritrovata sul veloce, è quello giusto per ripetersi. Barcellona l'esempio del lavoro di squadra condotto dopo le difficoltà avute a Silverstone

Fabiano Polimeni

26.08.2020 ( Aggiornata il 26.08.2020 14:55 )

Torna con la mente al 2017, Toto Wolff alla vigilia di Spa. Ultima vittoria Mercedes nel GP del Belgio, poi due anni di digiuno, a osservare una Ferrari dominante sul veloce, Vettel che svernicia Hamilton sul dritto del Kemmel nel 2018 – manovra costruita alla perfezione, sulla scorta di un duello vissuto 12 mesi prima e favorevole a Lewis –, poi Leclerc lo scorso anno.

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Difficile intravedere avversarsi che possano fermare le W11 nella riconquista della vittoria tra le Ardenne, giusto il meteo con i suoi imprevisti. Le briglie alla superiorità in qualifica dei motorizzati Mercedes verranno applicate da Monza e, in un curioso ritorno di episodi legati alla regolarità del funzionamento delle power unit, vale ricordare quel Belgio 2017, ultima gara con le power unit ammesse a bruciare olio in camera fino a 1,2 litri, poi ridotto a 0,9 litri da Monza. Ne approfittarono a Brackley per anticipare l’introduzione delle ultime specifiche di power unit, omologate secondo la normativa più favorevole.

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Un lavoro da completare

Oggi lo scenario è differente, l’argine alla potenza extra sviluppata dalle mappe da qualifica diverrà un equilibrio più competitivo ancora in gara, assicura Wolff. A Spa si candidano a far la voce grossa, di diritto, le W11, con le Racing Point incursori al ruolo Red Bull di primo inseguitore. Il giro si fa in pieno per il 78% del tempo, 7 km e 4 metri di massima espressione di potenza e velocità, bilanciati da carico e grip nel veloce e guidato settore centrale. “Dopo una settimana di stop iniziamo adesso la terza serie di tre gare consecutive. La prossima ci porterà a Spa, dove non vinciamo dal 2017, perciò ha i contorni di un lavoro lasciato a metà il dirigersi in Belgio.

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È una pista iconica, una delle preferite dai tifosi, però trovare il giusto assetto può essere difficile per la varietà di caratteristiche: vuoi da un lato il minor drag possibile sul dritto, dall’altro ti serve una certa quota di carico per essere veloce in curva. Le previsioni poi danno pioggia nelle Ardenne e questo non rende il lavoro più facile”, spiega Wolff, che celebra la reazione del team dopo il colpo subito a Silverstone.

Orgoglioso della reazione del team

“Abbiamo visto davvero il nostro spirito di squadra prendere vita in Spagna, dopo le difficoltà avute a Silverstone abbiamo esaminato i problemi e provato a giungere alle giuste conclusioni in pochi giorni. Tante persone hanno lavorato senza sosta e abbiamo potuto correre una gara migliore a Barcellona, la nostra competitività alla domenica è stata il risultato di quell’impegno. Vincere in Spagna è stata una grande ricompensa per tutto il lavoro intelligente fatto giorni prima e mi rende davvero orgoglioso vedere come questa squadra continui ad alzare l’asticella”.

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Sguardo a Barcellona per commentare anche il rinnovato impegno nel Patto della Concordia, “abbiamo sempre detto che volevamo restare in Formula 1, l’accordo non era necessariamente così sorprendente. Però siamo felici di aver portato le trattative a una conclusione positiva. Siamo impegnati verso il nostro sport e ci prepariamo ai prossimi anni, che vedranno la più grande transizione mai vissuta dalla Formula 1: premierà le squadre snelle, dalla mentalità aperta, che sapranno adattarsi con successo alle richieste delle nuove normative”.

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