Hamilton si porta a -1 dal record di Schumacher, mentre al Mugello, pista vera, succede di tutto. Poche gioie per la Ferrari e gli eroi di Monza, mentre è in arrivo un nuovo blocco agli sviluppi
Mark Webber era un grande sostenitore di questo circuito. Fu quello che si sbilanciò di più in occasione dei test del 2012, con una dichiarazione rimasta negli annali: “Meglio 10 giri al Mugello che 1000 ad Abu Dhabi”. Chissà se lo hanno pensato anche i piloti di ieri, nonostante tra libere e qualifiche non ce ne sia stato uno che abbia criticato il tracciato toscano. Il quale, comunque, ha fatto discutere: inadatto o “pista vera”? Dipende sempre da che standard si vuole prendere, e da come la si vede. Di sicuro, il Mugello è una pista vecchio stile, con poche vie di fuga e tante curve da pelo, di quelle che mettono alla frusta anche la resistenza fisica dei piloti. Non rientra, in pratica, nello standard che abbiamo visto negli ultimi anni, con piste sempre più sicure e vie di fuga grandi come parcheggi aeroportuali. I troppi incidenti non vanno ricondotti necessariamente al tipo di pista. La carreggiata è più stretta, sicuro, ed anche in questo forse si è vista una disabitudine dei piloti di oggi a correre su circuiti meno larghi del solito, ma non si può dare la colpa alla conformazione della pista. Anche nel botto alla ripartenza, la pista non c'entra niente: le responsabilità vanno ripartite tra una disattenzione dei piloti e l'errore, quello sì, di aver messo la linea bianca probabilmente troppo tardi sul rettilineo, perché se fosse stata messa ad esempio subito dopo la Bucine o subito prima l'ingorgo in rettilineo non sarebbe avvenuto. Ma lasciamo stare la pista del Mugello: ce ne fossero, di piste così.