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Congelamento power unit, Binotto: 'Non è la priorità assoluta'

Dall'incontro in teleconferenza tra i team principal si discuterà del futuro delle power unit, dal 2026 in avanti, e della richiesta di congelamento delle specifiche a fine 2021 voluta da Red Bull

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

26 ott 2020

Sul tavolo (virtuale) delle discussioni odierne tra i team, riuniti con FIA e F1 nella Commissione Formula 1, ci sarà la presentazione di una bozza di calendario 2021 e, soprattutto, la spinosa posizione Red Bull a chiedere il congelamento dello sviluppo delle power unit al termine del prossimo anno.

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Helmut Marko ha posto la questione in termini molto semplici, i tratti dell’aut-aut nel “o congeliamo lo sviluppo o Red Bull può lasciare la F1”. Il progetto principale al quale vorrebbe dar seguito il team, come ha confermato anche Horner nel week end, è la gestione delle power unit Honda 2021 dal 2022 in poi, fino a quel 2026 che sarà di un nuovo corso tecnico. Si attendono proposte e possibili soluzioni dall’incontro odierno, sebbene ce ne sia già una prevista dal regolamento, con la fornitura Renault (o Ferrari, in punta di norma) garantita per Red Bull e AlphaTauri.

Quale futuro vuole la F1?

“E’ vero che la questione del motore è uno dei punti di un grande incontro, non sono sicuro che ne discuteremo davvero a lungo. Però credo che prima di discutere del congelamento, ancor più importante è iniziare a discutere del 2026. Quale sarà il nuovo formato tecnico per la power unit del futuro? Discutere come affrontare i costi e la tecnologia. Vedo questi aspetti come prioritari, il congelamento è solo una seconda priorità della discussione”, ha commentato Mattia Binotto, nelle parole riportate da motorsport.com.

Wolff possibilista

Sul tema “congelamento delle power unit”, a Portimao si è registrata la posizione di Toto Wolff, possibilista su un blocco dello sviluppo. A Mercedes farebbe gioco per un taglio ai costi – non rientrando la power unit nel perimetro di applicazione del budget cap – e una posizione di competitività tale al momento da garantire guardare con favore a tale opzione. “Red Bull è un marchio molto importante per la Formula 1 e non dobbiamo perdere questi due team, dobbiamo aiutarli a trovare una soluzione”, le parole di Wolff.

Soluzione che ci sarebbe, pronta, ma non piace proprio a Red Bull, che al “piano B” di una fornitura Renault preferisce poter contare sul progetto Honda su misura nel 2021. “Rilevare lo sviluppo di un motore non è realistico, è troppo costoso. Per questo motivo credo che la proposta di Christian Horner non sia cattiva, dovremmo fare tutto il possibile per dargli quest’opportunità. Hanno le capacitàdi poter ottimizzare e lavorare al motore Honda, ci sono forse un paio di cose in arrivo che gli danno la fiducia di poter avere maggiore prestazione”.

Mercedes interessata

Parole apprezzate da un Horner al quale non è sfuggito l’interesse Mercedes, “ovviamente non è una soluzione illogica per lui, avendo attualmente il miglior motore della Formula 1. Quindi perché non dovremmo congelarlo? Ovviamente credo ci sia un quadro complessivo per la F1 al quale guardare e dobbiamo assumere i passi necessari per proteggere e tutelare lo sport in tal senso relativamente alla power unit”.

Un congelamento dello sviluppo che appare difficile da accettare per chi è chiamato a recuperare terreno, vedi Ferrari, pure con riscontri positivi dal motore 2021 al banco.

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Immaginare una posizione di compromesso, di congelamento dopo una verifica dei valori in campo, affinché tutte le power unit oscillino in un gap massimo di prestazione sufficientemente ridotto da non penalizzare nessuno, potrebbe essere un’idea meno remota di quanto non appaia.

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