Solo applausi per Verstappen, Sainz ed anche Norris, mentre Hamilton ed Alonso vivono un fine settimana difficile
Una volta ogni tanto, dietro la lavagna ci finisce anche lui. In un fine settimana da ritorno sulla Terra per lui e la Mercedes, l'inglese si è mostrato insofferente, forse pure troppo, in un appuntamento cominciato in salita sin da subito. Le prove libere non lo avevano convinto, si dice che lui abbia chiesto un tipo di assetto che gli ingegneri hanno preferito non seguire, e che poi Hammer, mister 100 pole position, non sia riuscito a trovare il guizzo in qualifica come tantissime altre volte era riuscito a fare. E stavolta neanche la strategia è servita a migliorare le cose, anzi le ha peggiorate, con l'inglese che si è fatto fregare dall'overcut di Vettel e Perez, balzati entrambi davanti con l'aiuto di Gasly, bravissimo a tenersi dietro il numero 44 dopo la sosta. A non convincere Lewis, il tempismo della chiamata: lui aveva gestito le gomme nel primo stint per andare più lungo possibile (ed aveva ragione, perché a Monaco fermarsi più tardi dava maggiori garanzie rispetto ad anticipare il pit-stop), invece la squadra lo ha richiamato ai box per tentare l'undercut. Il danno strategico ha preso le forme di Pierre Gasly, rimasto davanti all'inglese dopo la sosta, con Lewis che a quel punto aveva ben poco da inventarsi. Non è piaciuto il modo, quasi stucchevole, di lamentarsi continuamente con la radio una volta presa coscienza dell'errore tattico: sbagliare agli uomini Mercedes è capitato raramente negli ultimi anni, forse non meritavano, per una volta che sbagliano anche loro, lamentele del genere. Nessuna cattiveria, solo un tipo di delusione che uno come Lewis fatica a tenersi dentro. Frammenti di quella che è stata semplicemente una domenica no.
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Non si smette mai di imparare, nemmeno a due mesi circa dal 40° compleanno. Esteban Ocon sta facendo vivere a Fernando Alonso una situazione insolita nella carriera dello spagnolo, cioè quella di fare cose che a lui non riescono per più weekend consecutivamente. Una condizione strana per uno come Fernando, anonimo come poche altre volte nel Principato. Succede, quando si resta esclusi, a sorpresa, già nel Q1: nel primo segmento di qualifica Alonso ha chiuso solamente 17°, a mezzo secondo scarso dal compagno di squadra, per una posizione che a Montecarlo toglie ogni speranza. Nonostante la buona partenza (sorpassati Russell e Tsunoda), c'era poco da inventarsi, in una situazione del genere: partito con le dure, l'ex ferrarista ha provato a ritardare la sosta (box al giro 45), ma anche quello è servito a poco. Ha concluso 13°, lontano da Ocon che è riuscito a portare a casa altri 2 punti. E' una F1 dura per tutti, anche se ti chiamo Fernando Alonso.
La brillantezza del primo fine settimana in Bahrain ha già lasciato il posto ad una situazione difficile, a tratti sconcertante per il modo in cui Yuki pare approcciare i problemi. L'euforia del debutto si è esaurita, ora ci sono soprattutto le difficoltà, naturali, di un debuttante che ha avuto a disposizione solamente un giorno e mezzo di test invernali prima di essere lanciato nella mischia. La mancanza di chilometri di allenamento non può essere una colpa per Tsunoda, ma lo è il mettersi nelle condizioni di non farne quando potrebbe: il crash nelle libere, con perdita di aderenza e toccata sul muro, ha tolto minuti in pista fondamentali per preparare bene la qualifica su una pista difficilissima come quella di Monaco. Senza il feeling giusto, Tsunoda è affondato: 16° tempo, esclusione già in Q1 e, come per Alonso, fine settimana compromesso. Partire con le gomme più dure, le C3, per poi montare le morbide molto tardi (è stato l'ultimo ad effettuare la prima sosta personale di giornata, andando ai box al giro numero 64), è servito solo a sparare il momentaneo giro veloce, poi battuto da Hamilton con pneumatici freschi. Il giapponese ha chiuso 16°, di fatto perdendo una posizione rispetto a come era partito (il ritiro di Leclerc lo aveva fatto scalare in 15° posizione), mentre il suo compagno di squadra, gran 6° tenendosi dietro Lewis per tutta la gara, ha dimostrato che la AT02 aveva un potenziale ben maggiore. Un'altra lezione per il giovane nipponico, che spera di mettere in pratica gli insegnamenti già dalla prossima gara. Sarebbe importante, soprattutto per lui.
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