Succede di tutto a Baku, dove Perez ottiene la prima vittoria con la Red Bull e dove si rivedono Vettel ed Alonso; Ferrari parzialmente delusa, tra Max e Lewis invece è solo 0-0
Un albo d'oro così variegato è difficile trovarlo. La Formula 1 ha fatto visita a Baku per la quinta volta nella sua storia: nella prima, nel 2016, si corse il GP d'Europa, mentre dall'anno dopo la tappa sul Mar Caspio ha preso il nome di GP d'Azerbaijan. Cambiamenti solo nella titolazione per un circuito che in cinque edizioni ci ha regalato cinque poleman diversi, cinque vincitori diversi e cinque autori del giro più veloce diversi. Per quanto riguarda i team, ci hanno vinto solamente due squadre, Mercedes (tre vittorie) e Red Bull (due), ma sempre con piloti differenti. L'unico ad aver portato a casa pole, vittoria e giro veloce è stato Nico Rosberg nel 2016, mentre poi dall'anno seguente è stato il festival dell'imprevedibilità: nel 2017 pole di Hamilton, giro veloce di Vettel e vittoria di Ricciardo; nel 2018 pole per Vettel ma successo per Lewis con giro veloce di Bottas; due anni fa pole e vittoria dello stesso Bottas con giro veloce per Leclerc (fu quella l'occasione per dire “però abbiamo fatto il giro veloce”...), mentre stavolta pole per Leclerc, vittoria per Perez e giro veloce (ma senza punto addizionale perché fuori dai primi dieci) per Verstappen. In più, c'è stato modo di vedere sul podio anche un buon numero di outsider: Perez fu in grado di portare sul podio la Force India nel 2016 e nel 2018, così come Stroll fu in grado di regalare il podio, l'ultimo, alla Williams nel 2017. Quest'anno è toccato a Vettel con l'Aston Martin (squadra che di fatto, pur cambiando nome, ha già fatto tre podi a Baku) ed a Pierre Gasly con l'AlphaTauri. Merito di un cittadino atipico, che affianca tratti tipici di Montecarlo e rettilinei da velocità degne di Monza: benvenuti sul Mar Caspio, benvenuti a Baku.
Gasly ed il duello con Leclerc: "Non sapevo nemmeno se sarei stato in grado di fermare la macchina!"
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