Nel giudizio dei commissari non entrano le valutazioni sulle conseguenze di un determinato episodio di gara. Per Bernie Ecclestone, se penalità doveva essere, avrebbe dovuto essere più pesante dei 10"
Hamilton "colpevole" di non essere quello di un tempo nel battagliare in pista. Hamilton "colpevole" della manovra alla Copse. Visioni, entrambe, di Bernie Ecclestone, prima del GP di Gran Bretagna e dopo l'incidente a Silverstone, per il quale avrebbe dovuto scontare una penalità maggiore dei 10" inflitti dai commissari di gara. Trenta secondi, secondo Ecclestone, la misura corretta.
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Decisione dei commissari sulla quale Michael Masi ha provato a fare luce, spiegare come si arriva a decidere una sanzione o meno in un determinato incidente. Masi finito al centro del siparietto via radio con Toto Wolff, a caldo, nell'immediatezza della sospensione con bandiera rossa della gara. Toto a mandare mail e spiegare le ragioni Mercedes, Michael a replicare come avesse altro da fare durante la gara che non controllare la mail personale.
"Osservando l'incidente sono d'accordo con i commissari e la penalità che hanno applicato. Uno dei compiti principali del ruolo di commissario, diventato un pilastro da molti, molti anni, è il non dover considerare le conseguenze nell'analisi di un episodio", spiega Masi.
"Quando valutano gli episodi giudicano il fatto in sé, nel merito dell'episodio e non ciò che è accaduto successivamente, le conseguenze. È qualcosa che i commissari fanno da molti anni e gli è stato consigliato da tutti, parlo del coinvolgimento delle squadre e così via".
Il collegio dei commissari, a Silverstone, era composto da Nish Shetty, Loic Bacquelaine, Eric Cowcill, Dennis Dean e presieduto da Emanuele Pirro. Nel decidere i 10" di penalità e i 2 punti sulla patente, Hamilton è stato ritenuto "prevalentemente responsabile" dell'incidente, sulla base delle analisi delle immagini e della telemetria. Nel dispositivo della decisione, si spiega come "(...) La macchina numero 44 era su una traiettoria che non aveva raggiunto il punto di corda della curva, con spazio disponibile all'interno".
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"Se i commissari iniziassero a giudicare prendendo in esame le conseguenze, ci sarebbero così tante variabili da valutare piuttosto che giudicare l'episodio in sé stesso", prosegue Masi.
"Non so se i commissari abbiamo espresso una visione su cosa avrebbe dovuto fare, però, osservando la vicenda, dalla loro prospettiva era principalmente da ritenere responsabile.
In modo simile a quanto successo successivamente con Charles, avrebbe potuto restare più vicino al punto di corda, è stato questo il punto che i commissari hanno rilevato. Avrebbe potuto infilarsi più all'interno e forse avrebbe cambiato l'esito, ma non lo sappiamo: dobbiamo giudicare l'episodio in sé".
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