Alonso, il carisma di Verstappen e un volante personalissimo

Alonso, il carisma di Verstappen e un volante personalissimo© Getty Images

La "mare orange" che segue Verstappen è stata in passato azzurra per Alonso, che rivela d'aver seguito i GP nel 2020 per la curiosità di scoprire cos'avrebbe fatto Max. Sul 2021 spiega il necessario lavoro svolto da Alpine sul servosterzo della A521

Fabiano Polimeni

23.07.2021 ( Aggiornata il 23.07.2021 12:34 )

Battagliare per la quinta posizione, con una partenza super nella Qualifica sprint di Silverstone non è certo l'obiettivo per il quale è tornato in Formula 1 Fernando Alonso. Con Alpine si lavora a un 2022 da iniziare in grande, provare a inserirsi nella lotta per le posizioni da podio, confidando in una nuova era tecnica. 

Che macchine saranno, quelle del 2022, si scoprirà solo una volta in pista. Al momento le aspettative sono alimentate dalle simulazioni, dati a indicare gare migliori sotto il profilo della battaglia tra piloti.

2022, grandi differenze in partenza

"Spero che le macchine siano più difficili da guidare per una questione di aerodinamica. Gireranno ad altezze da terra diverse rispetto a oggi e ogni cosa seguirà principi diversi.

A inizio gara ci saranno delle differenze, la principale sarà correre nel traffico. Oggi a inizio gara la macchina è inguidabile se sei ottavo e hai sette macchine davanti. Servono 3-4 giri perché si aprano un po' i distacchi, tra quinto, sesto, settimo", spiega Alonso in un'intervista di Soymotor.

Un servosterzo da personalizzare

Guidabilità della Alpine A521 che ha richiesto un po' di tempo a inizio campionato per affinare dei dettagli secondo lo stile di guida di Alonso. Il servosterzo è stato il punto centrale per far ritrovare le sensazioni necessarie a Fernando.

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"Il servosterzo preferivo fosse un po' più pesante, invece era un po' troppo morbido. Ho bisogno di un volante che mi dia diversi livelli di durezza - in entrata di curva, a centro e in uscita - per sentire come si comportano le gomme anteriori. 

Storicamente ho avuto uno stile di guida molto aggressivo in entrata di curva e partendo da lì sentivo cosa faceva la gomma anteriore. Sono cose che sento tutte con le mani e l'avantreno, se mi tolgono questa cosa sono morto, per altri piloti non è così. perché guidano la macchina con il corpo, ma io resto indifeso se mi tolgono la sensibilità sull'avantreno".

F1 in tv nel 2020 con la curiosità Verstappen

L'Alonso che ha fatto un pezzo di storia di Formula 1, a inizio anni Duemila, ha di fatto portato il tifo degli spagnoli nel motorsport in pista. Popolo storicamente di aficionados delle moto e dei rally, con Fernando è cambiato tutto. 

Ha avuto le sue folle, dove oggi è Max Verstappen soprattuttto a contare su un blocco di tifosi ad accompagnarlo in diversi GP. 

"Guardo con ammirazione e  mi godo il momento, nel vedere tutta questa gente entusiasta, in questo caso per Verstappen, con la fortuna d'averla vissuta in passato con la marea azzurra, che era per Renault e per me", racconta Fernando.

"Non c'è motivo di nutrire invidia, guardo con ammirazione e consapevolezza che ci sono pochi tra noi piloti che sono stati fortunati abbastanza a poter avere tutto un circuito a fare il tifo.

Per farcela serve qualcosa in più, non solo le vittorie, perché Verstappen non è ancora campione del mondo ma riesce a riempire tutto un circuito. 

Io stesso, lo scorso anno quando non correvo le gare, aprivo la tv un po' per vedere cosa avrebbe fatto Verstappen. 

Era l'unico che poteva provare a fare qualcosa. Bottas sapevo che non avrebbe infastidito Hamilton e Hamilton se non succedeva nulla di strano andava a vincere. Su Verstappen, invece, c'è il fattore carisma che è importante, seguivo perché ti chiedevi cosa sarebbe successo se fosse partito in prima fila, se la macchina fosse andata bene".

Accettare la sconfitta: mai

In attesa di potersi giocare ancora una chance per battagliare per la vittoria o per un podio, è l'Alonso di sempre, anche a 40 anni, che non può contemplare il concetto di sconfitta: "Penso che no, non ho accettato a non vincere, non è qualcosa che ho ancora digerito. I fatti dicono che non sono nella posizione di finire secondo né di lottare. Se fossi su una Mercedes o Red Bull e altri vincessero, sarei un vulcano.

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Però, per come sono le cose adesso, ho altre sfide in testa e altri obiettivi concreti da raggiungere a ogni week end. Ho piccoli obiettivi, che sono la possibilità di arrivare ottavo, entrare in Q3, stare davanti con un pit-stop a chi ne fa due. Quando lascerò la Formula 1 e farò qualsiasi altra attività, trasferirò lì il vulcano. Che abbia la chance di vincere a tennis o a ping pong, non cambia nulla".


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