Ritocchi regolamentari in F1: la FIA pronta e vigile

Ritocchi regolamentari in F1: la FIA pronta e vigile© Getty Images

La Federazione continua a prodursi instancabilmente configurando anche novità sull'intervento della safety car e altri aspetti da non trascurare. Qatar al posto della Russia?

Alessandro Gargantini

15.03.2022 15:51

Lo scorso 17 febbraio, alla vigilia del primo round dei preseason test del 2022, il nuovo Presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem ha annunciate decisioni prese dalla Federazione Internazionale a seguito dell’analisi di quanto accaduto nelle fasi conclusive del Gran Premio degli Emirati dello scorso dicembre che hanno portato alla ridefinizione della struttura e del processo decisionale della direzione gara, che ora è spalmato su più soggetti, in modo da evitare che ripetano decisioni "free-style prese nell’arco di una persona in trenta secondi che determinano l’assegnazione di un mondiale". Sono le dure parole di Toto Wolff, che insieme alla squadra della Mercedes ha accolto con soddisfazione l’introduzione del doppio direttore di gara, sopportato da un team di esperti in un ufficio remoto e dalla esperienza di Herbie Blash.

L’argomento è stato molto dibattuto in occasione dei test catalani con la maggior parte dei piloti del mondiale ed in particolar modo con Hamilton e Verstappen che, anche condizionati dai loro destini, si sono mantenuti su posizioni opposte. L’olandese ha addirittura tenuto un’arringa, nel corso di una conferenza stampa, a favore del giubilato Masi. Nel corso di una stagione di ventitré Gran Premi non mancheranno certamente le occasioni per la nuova struttura per rodarsi, iniziare a lavorare e prendere le prime decisioni. Solo al termine della stagione, si potrà trarre qualche conclusione se la mano della FIA porterà reali benefici, anche se è difficile pensare che si ripresentino scelte che direttamente influenzano l’assegnazione di un mondiale.

Tempi più brevi nell’impiego della “safety”

L’analisi dei fatti di Abu Dhabi ha avuto al centro del proprio focus la direzione gara e il suo funzionamento, che ora hanno una nuova logica, ma non sono ancora state modificate le regole che portano all’intervento della safety-car, soprattutto quando c’è il rischio che una corsa si concluda con le monoposto allineate dietro alla vettura staffetta. Anche il tema safety-car è stato affrontato, ma non sono state messe sul tavolo soluzioni in grado di mettere immediatamente tutti d’accordo e, per il momento, si è deciso di lasciare tutto com’è, accettando l’eventualità che un Gran Premio si concluda in regime di safety-car, nonostante in molti non vedano di buon occhio la cosa.

Negli ultimi venti anni, secondo una statistica fornita dalla Federazione alle squadre, solo cinque volte la bandiera a scacchi è stata sventolata davanti alla vettura staffetta. Se Masi avesse deciso di concludere lo scorso Gran Premio degli Emirati Arabi in regime di neutralizzazione, ora in molti criticherebbero la sua scelta, ma molto probabilmente l’australiano si sarebbe tenuto al riparo dai veementi attacchi che hanno portato al suo allontanamento.

La presenza di regole chiare e univoche ha certamente l’effetto di ridurre l’arbitrio della direzione, di fatto proteggendola. Se da un lato, si è accantonata l’idea di introdurre norme da applicare in caso di un intervento della safety-car nelle fasi conclusive di un Gran Premio, c’è invece il committment di ridurre i tempi d’impiego della vettura staffetta al minimo indispensabile. Nel merito, la FIA intenderebbe fare a meno, in futuro, del “giro extra” che, normalmente, viene inserito tra il ripristino delle condizioni di sicurezza e la ripartenza. Esattamente quelle che ha fatto Masi a Melbourne, concedendo solo ai doppiati tra il primo ed il secondo di sdoppiarsi e finendo così sotto il fuoco incrociato di chi ha ottenuto il suo licenziamento.

Tante alternative a Sochi

Con l'invasione da parte dell’esercito russo dell’Ucraina, sono venute meno le condizioni per correre in Russia. La corsa di Sochi di fine settembre è uscita dal calendario definitivamente. I contratti con il promoter Rosgonki mette fine anche ai piani di spostare il Gran Premio di Russia all’Igora Drive dal 2023.

Stefano Domenicali ha spiegato che non ci sarà alcun problema per la Formula Uno nel sostituire la tappa in terra russa, anche perchè le possibilità sono molteplici. Saranno chiaramente avvantaggiate quelle che, logisticamente sono meno invasive, dato che la corsa di Sochi era in programma il 25 settembre, sette giorni prima di Suzuka. Per questo motivo, seppure sarebbe una meta unanimemente apprezzata, sembra siano in calo le chances che il mondiale torni a Portimao. Anticipare la data al 18 settembre non è un’ipotesi percorribile visto che nelle tre settimane precedente la Formula Uno è di scena a Spa, Zandvoort e Monza. Un poker di corse nel giro di un mese sarebbe impensabile. Ipotesi più plausibili appaiono Istanbul e, soprattutto, Sepang, che ha ospitato il suo ultimo Gran Premio, il diciannovesimo, nel 2017, quando vinse Verstappen. Nelle ultime prima di chiudere questo servizio erano in netta ascesa le azioni del GP del Qatar come possibile sostituta di Sochi.


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