C'è una Ferrari che vince e convince, una Mercedes che si sorprende dei risultati ed una Red Bull che si interroga, al netto di qualche ritorno
Nel deserto, tra i colori suggestivi del Golfo Persico, i tramonti rendono tutto più bello. Ed anche la Rossa “rossonera”, cromaticamente troppo scura per gli amanti del rosso acceso, ha fatto la sua bella figura sotto le luci artificiali di Sakhir. Probabilmente l'estetica c'entra fino ad un certo punto, quando le prestazioni sono queste. Perché una Ferrari vincente, diventa automaticamente bella: era così dai tempi di Enzo Ferrari e non è cambiato. Figurarsi dopo un digiuno di 910 giorni, e per di più con una prova di forza così: mentre la Red Bull si è scoperta veloce ma fragile, mentre la Mercedes si è scoperta affidabile ma lenta, la F1-75 ha filato precisa e rapida, convincente anche per i più scettici. La macchina che celebra il 75° anniversario della fondazione della casa automobilistica di Maranello non è solo una sigla che fa un omaggio al passato: è una monoposto che rappresenta la puntata finale al tavolo dei grandi per un buon elenco di nomi. Sbagliare ancora non sarebbe stato tollerato, pena altre rifondazioni: ma intanto, in attesa di scoprire come questa vettura si comperterà su piste diverse, la prima, grossa rispostadel nuovo campionato è già arrivata. Serviva per allontanare le paure, spazzare via le incertezze, ed al tempo stesso fare un bel bagno di autostima per allentare i nervi, perché nell'inverno la fiducia ed il timore erano ingredienti complementari, senza che nessuno riuscisse a prevaricare a lungo sull'altro. Si davano il cambio come spesso avviene di fronte alla vertigine di un tuffo verso l'ignoto: solo che stavolta il salto nel buio lo hanno fatto gli altri, non la Ferrari. La quale fa bene ad assaporare ogni istante di un successo atteso a lungo dopo aver ingoiato bocconi amari, e di questo va dato atto alla squadra di essere stata in grado di fare quadrato nei momenti più bui. E complimenti a Mattia Binotto, che da parafulmine è diventato l'uomo salito sul podio a ricevere il trofeo dedicato ai Costruttori: c'era lui a rispondere alle domande sulla Ferrari più disastrosa degli ultimi 40 anni (stagione 2020), c'era lui, ieri, a guardare tutti dall'altro. Senza trionfalismi facili e controproducenti, perché la stagione è lunga: ma intanto funziona la squadra, sono forti i piloti, la macchina c'è ed il motore si è preso una rivincita non indifferente negli allunghi di Sakhir. Per il Cavallino Rampante, si tratta della doppietta numero 85 della sua storia: ma è giusto dire che non si tratti di una doppietta come le altre.
Sterzi a parte: Le doppiette Ferrari fanno sempre storia
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