Alfa Romeo in F1, Tavares conferma che la storia continua

Alfa Romeo in F1, Tavares conferma che la storia continua

Parole chiare del boss Stellantis a Imola: il Biscione è destinato a rimanere nel Circus

Alberto Sabbatini

24.04.2022 ( Aggiornata il 24.04.2022 15:13 )

L’impegno dell’Alfa in F1 va avanti e e per ora non ha una scadenza come si temeva. "Siamo soddisfatti dell’abbinamento. È un’ottima operazione per noi per far conoscere meglio nel mondo il marchio Alfa Romeo e rilanciare l’immagine delle nostre vetture". Parola di Carlos Tavares, il numero uno del gruppo Stellantis che è venuto ad Imola a seguire con attenzione il team del biscione e confermare con i fatti il proprio impegno.

Tavares, che è a capo del gruppo nato dalla fusione di PSA e FCA lo scorso anno ed è un grande appassionato di motorsport (corre lui stesso come gentleman driver in diverse gare Turismo e GT) ha ereditato l’operazione di abbinamento tra Alfa Romeo e Sauber che aveva creato Marchionne nel 2018 ma l’ha ulteriormente consolidata. Quella che nei primi anni era semplicemente una sponsorizzazione (logo Alfa sulla carrozzeria della Sauber F1 motorizzata Ferrari), è diventato quest’anno un legame più solido. Spazzando le voci di crisi.

Le voci di addio smentite da Tavares

C’era stato un momento l’anno scorso in cui sembrava che l’abbinamento fosse destinato a terminare. Complice anche le delusioni agonistiche in pista, con l’Alfa relegata nelle ultime posizioni nel mondiale 2021 a causa della poca competitività della monoposto e del fiacco motore Ferrari usato dalla Alfa-Sauber nel 2021. Prima l’uscita di Giovinazzi dal team, poi le voci di un interesse di Sauber verso la motorizzazione Renault al posto dei Ferrari avevano alimentato i timori di un disimpegno. Quest’anno si era anche sparsa la voce che l’ingresso di Audi in F1 dal 2025 in poi avrebbe potuto far finire la Sauber nell’orbita del marchio tedesco e allora addio Alfa. Invece Tavares ci tiene a smentire le voci negative riconfermando l’impegno dell’Alfa Romeo in F.1.

"Alfa partecipa alla F,1 non perché a me piace questo sport, ma perché è un impegno che ha senso dal punto di vista dell’immagine e del business. La F.1 dà molta più notorietà e visibilità ad Alfa Romeo di qualsiasi campagna pubblicitaria sui giornali, sulle tv o sul digital. È un investimento che funziona e in termini di marketing ha un ottimo ritorno rispetto ai soldi spesi. Dobbiamo far conoscere sempre di più nel mondo il marchio Alfa perché stiamo rilanciando l’azienda e arriveranno nuove vetture come la Tonale. E la F.1 per questo funziona tantissimo. Anche perché la F.1 si rivolge ai mercati e al pubblico dove Alfa vuole rafforzarsi e consolidarsi: gli Usa e l’Oriente. Certo, l’anno scorso i risultati non erano felici, ma quest’anno siamo partiti con un piede giusto, la macchina è più competitiva e l’entusiasmo cresce. Se le cose vanno bene non c’è motivo di cambiare strategia".

I dettagli della partnership Alfa-Sauber

Il rinnovato legame fra Sauber e Alfa si intuisce anche da certi particolari: la Sauber, con la sua struttura tecnologica, l’anno scorso ha partecipato allo sviluppo aerodinamico della Giulia GTAm. E da quest’anno l’enorme hospitality Alfa Romeo sui circuiti, che è un’eredità Sauber e quindi di gusto, design e immagine svizzera (e francamente poco elegante), cambierà faccia e assumerà un’aspetto e un gusto decisamente italiani. Caratterizzata da design, allestimento e prodotti del made in Italy.

Il legame Alfa-Sauber insomma è destinato a prolungarsi nei prossimi anni a patto che la F1 resti però un impegno ragionevole in termini di costi di investimento. Su questo Tavares è categorico perché tutta la strategia di Stellantis nel motorsport ruota attorno ad investimenti che egli considera “misurati”.

"Il più grande errore del motorsport è quello di non contenere i costi e liberalizzare le spese, perché questo crea inflazione e uccide il motorsport. Bene ha fatto Domenicali a porre un freno all’escalation dei costi con il budget cap. Finché la F1 avrà un sistema che pone un limite alle spese, a noi va bene restare in F1. E poi non è vero che i risultati si ottengono soltanto spendendo di più degli avversari. Prendete la Formula E: la DS non è certo il team con il budget più alto, eppure ha vinto gli ultimi titoli mondiali della categoria. Quindi non è la spesa che fa la differenza nel risultato. Anche gli altri marchi del gruppo Stellantis sono impegnati in categorie del motorsport dove i costi sono tenuti sotto controllo dai regolamenti: Maserati e DS in Formula E, Peugeot nel mondiale WEC. Mancano i rally? È vero, però mai dire mai...".

Infatti la voce ricorrente che il marchio di Stellantis che potrebbe un giorno entrare nei rally sia Lancia. Prima però deve costruire una nuova gamma di modelli appetibile per il pubblico.


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