GP Spagna, l'anteprima: Montmelò, una delle tappe più importanti dell'anno

GP Spagna, l'anteprima: Montmelò, una delle tappe più importanti dell'anno© Getty Images

A Barcellona le squadre si presenteranno con le monoposto notevolmente riviste, chi più chi meno, su quello che è uno dei circuiti più indicativi dal punto di vista tecnico

19.05.2022 ( Aggiornata il 19.05.2022 12:58 )

Barcellona è una specie di controsenso vivente. Storicamente poca roba come spettacolo, ma di un'importanza fondamentale per quanto riguarda le indicazioni tecniche. Il che si traduce in uno show piuttosto contenuto per chi guarda la gara, almeno nella maggior parte dei casi, ma al tempo stesso in una delle prove più importanti dell'intero campionato per gli ingegneri delle squadre.

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A Barcellona c'è un po' di tutto

L'essenza del circuito di Montmelò e del Gran Premio di Spagna si basa su questo apparente doppio senso che ha fatto diventare la tappa catalana una per cui alla vigilia c'è comunque sempre molta attesa. Perché non è un caso se la F1 ha quasi sempre scelto Barcellona come sede ideale per i propri test; rispetto ad altre aree dell'Europa è più facile trovare bel tempo, ma come caratteristiche della pista in poche sono all'altezza di quella catalana, dove c'è di tutto un po': curvoni veloci, curve lente, cambi di direzione rapidi, differenze altimetriche (seppur leggere) ed un solo, ma lunghissimo, rettilineo. Un banco prova completo, insomma, per telai, aerodinamica e motori. E la parola d'ordine potrebbe essere "bilanciamento": dato che tra curve lente e veloci servono stabilità sia davanti che dietro, sarà fondamentale per le squadre avere una vetture più neutra possibile, cioè che non dia il minimo accenno né di sottosterzo né di sovrasterzo, proprio per non penalizzare troppo le prestazioni in una sezione specifica del circuito.

La ricetta per andar forte in Spagna richiede un elevato livello di carico aerodinamico ed una meccanica completa soprattutto per affrontare il terzo settore, uno dei tratti più indicativi dell'intero campionato per valutare la bontà di una vettura nelle curve lente, quindi come precisione dell'anteriore e soprattutto come trazione, laddove appunto è decisivo il lavoro delle sospensioni e più in generale di tutto l'assetto meccanico delle vetture. A livello di deportanza con le vetture 2022 si dovrà stare attenti, come emerso nei test, al porpoising: i carichi generalmente elevati che si vedono in Catalogna favoriscono l'innesco del rimbalzo aerodinamico a velocità più basse, un aspetto che come abbiamo visto in queste prime gare può essere molto limitante per la prestazione, dal momento che per evitare il porpoising si è costretti o ad irrigidire le sospensioni (e non sarebbe un bene soprattutto nel terzo settore) oppure ad avere altezze da terra maggiori, con perdite di carico e quindi di performance.

Sul versante dei motori non ci sono particolari criticità, né per quanto riguarda le temperature (è previsto bel tempo ma senza caldo afoso) né per la gestione dell'energia, facilitata dalle tante frenate in quel di Barcellona. In tutto ciò, ovviamente, non si può dimenticare l'utilizzo delle gomme: per la seconda volta in stagione la Pirelli porterà le tre mescole più dure, vale a dire C1, C2 e C3, un'accoppiata vista in azione solo in Bahrain. La scelta è per far fronte agli elevati carichi verticali che impone Barcellona, per un'usura piuttosto elevata che ha portato a gare con più di una sosta. Pure per quest'anno, alla vigilia, non è scontato dire se si tratterà di una corsa ad una o due fermate, ed in questo senso le FP2 saranno molto importanti per le simulazioni di passo gara.

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Il dato statistico

"Chi vince a Barcellona, ha il mondiale in tasca". E' una credenza che non si può spacciare per verità assoluta, ma neanche come eccesso di superficialità. Dal 1991 ad oggi, cioè da quando il Montmelò è entrato in calendario, in 31 edizioni si sono registrati questi numeri: per 18 volte il pilota che ha vinto a Barcellona si è poi laureato campione a fine anno, mentre per quanto riguarda le squadre addirittura 25 volte su 31 la macchina che ha vinto in Spagna è poi stata regina tra i Costruttori. Percentuali altissime che fanno capire come il tracciato catalano sia una cartina tornasole per valutare il livello delle prestazioni in maniera quasi univoca.

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Tutto nuovo

Negli anni Barcellona si è fatta conoscere come pista ideale per introdurre gli aggiornamenti sulle monoposto, scelte che poggiano su svariati vantaggi: in termini logistici è stata quasi sempre la prima tappa europea, è come detto un banco prova molto indicativo e per di più permette un confronto diretto tra i dati dei test invernali e quelli del fine settimana di gara (cui si deve comunque aggiungere la variabile delle condizioni ambientali diverse tra febbraio e maggio). E tante novità appariranno sulle monoposto anche stavolta: sulla Ferrari arriverà un corposo pacchetto di aggiornamenti a livello aerodinamico per permettere di avere sulla F1-75 una maggior efficienza ed in generale prestazioni complessivamente migliori, passando anche attraverso un abbassamento del peso. Meno corposo, ma sempre mirato, il pacchetto che arriverà sulla Red Bull: i chili persi a partire da Imola hanno permesso alla RB18 di trovare un ottimo bilanciamento, che ha fatto la differenza tra Imola e Miami, dove la macchina di Verstappen (non senza meriti del pilota) è riuscita per la prima volta in stagione ad essere più efficace, almeno in gara, nei tratti più lenti ed in fase di trazione. Motivo per cui le indicazioni che arriveranno dal terzo settore di Barcellona saranno fondamentali per capire se la Rossa a Miami ha vissuto semplicemente una domenica no (se di domenica no si può parlare, dato che è arrivato un doppio podio) oppure se ha perso terreno in un'area in cui ad inizio anno aveva fatto la differenza. Chi più chi meno, tutti avranno monoposto aggiornate, eccezion fatta per la Haas: c'è chi porterà pacchetti decisamente rivisti (non solo Ferrari, anche Alfa Romeo ed Aston Martin) e chi invece continuerà a fare una modifica dopo l'altra, come la Red Bull, che a Barcellona dovrebbe presentarsi ancor più "magra". Dato che le macchine in linea generale avranno molte novità a bordo, è lecito attendersi tantissima attività in pista sin dai primi minuti delle libere 1, utilissime per i confronti diretti tra pezzi vecchi e nuovi e la raccolta dati.

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Il discorso aggiornamenti vale anche per la Mercedes, la quale sarà di fronte ad un bivio; Barcellona è un fortino per la casa della Stella (7 vittorie negli ultimi 8 anni, e solo perché nel 2016 Hamilton e Rosberg si eliminarono a vicenda, cui si aggiungono addirittura 9 pole consecutive dal 2013 ad oggi), e per loro sarà un dentro o fuori: servirebbe un clamoroso ribaltamento nelle prestazioni sull'asfalto catalano, altrimenti dopo la Spagna in Mercedes ci si sentirà ufficialmente fuori dalla lotta per il titolo. Un qualcosa che tra Brackley e Brixworth hanno provato a scongiurare sin dall'inizio, ma Barcellona rischia di essere l'evidenza definitiva di un ciclo che andrebbe a concludersi. 


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