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Nel 2007, parallelamente ad un mondiale strepitoso tra McLaren e Ferrari, andò in scena il più grande spionaggio della storia della Formula 1, con protagonisti Nigel Stepney e Mike Coughlan
20 set 2022 (Aggiornato alle 17:43)
Alla fine, fu tutta colpa di Tracy Coughlan. Altro che ingegneri, benzine e spionaggio. Fu lei, moglie di Mike Coughlan, capo progettista in McLaren, a togliere la carta che fece crollare il castello traballante, ma molto articolato, fatto dal marito. Un errore semplice, ma fatale: scannerizzare un mucchio di fogli su CD nella copisteria sbagliata.
Ci vuole poco a capire che stiamo parlando della spy story del 2007, un vero romanzo a tinte gialle all'interno di uno dei mondiali più belli di sempre. Ci fu quella macchia a rovinare una stagione altrimenti strepitosa in pista, con due scuderie e quattro piloti in lotta per il mondiale.
Il tutto nasce da Nigel Stepney, storico capo meccanico e poi direttore di corsa in Ferrari. A fine 2006, il tecnico inglese si aspetta una promozione al ruolo di direttore tecnico in seguito della riorganizzazione interna dovuta all'uscita di scena di Ross Brawn, promozione che però non arriva. Addirittura, seguendo la linea del rinnovamento, alla Ferrari lo escludono dalla squadra diretta alle piste, relegandolo al lavoro in fabbrica: dal sogno della promozione all'incubo della retrocessione. Infine, quando il Cavallino rifiuta le sue dimissioni, la tracotanza di Stepney ha il sopravvento: vendetta, ecco quello che ci vuole. E allora, niente di meglio che contattare l'amico capo progettista in McLaren, Mike Coughlan.
Tra i due, nell'inverno tra il 2006 ed il 2007, c'è un lungo scambio di informazioni che riguarda la monoposto 2007 del Cavallino, la F2007, Informazioni mica da poco: Stepney rivela a Coughlan che la Rossa ha un sistema teoricamente illegale che permetta al fondo di modificare la sua altezza tramite una molla. Normale che la mente di un ingegnere, Coughlan, si incuriosisca, soprattutto se si tratta della rivale numero 1: figurarsi quanto diventano preziosi, dunque, i 780 fogli sulla F2007 che Stepney gli porge quando i due si trovano a Barcellona. Coughlan avvisa il suo superiore, Jonathan Neale, che di queste informazioni non vuole sapere niente: l'imperativo per Mike è di interrompere immediatamente i contatti con Stepney. Invece, l'incontro chiarificatore diventa quello giusto per lo scambio dei fogli. Tornato da Neale, Coughlan si sente dire dal superiore che è il caso di far sparire quei fogli, almeno questa è sempre stata la difesa del team di Woking.
Ormai però la mente da ingegnere di Mike Coughlan è sopraffatta dalla curiosità. E proprio qui chiede alla moglie un aiuto per accelerare i tempi, mettere quei 780 fogli di documenti su CD Rom e poi bruciare tutto quanto. Tracy esegue, ma è troppo tardi: il negoziante della copisteria, con fiuto da sbirro, vede su ogni foglio il marchio del Cavallino e si fa due domande. Poi fa due più due: lei è la moglie di un uomo McLaren, qui a pochi chilometri c'è la sede della McLaren, che ci fanno fogli Ferrari in giro per Woking? Fatto sta che cerca i recapiti di Maranello, li trova ed esprime i suoi dubbi. La mattina successiva Stefano Domenicali legge tutte le mail senza saltarne alcuna ed ancora oggi benedice quella scelta.
La macchina del fango, infatti, è partita. E si incastra perfettamente con quello che sta accadendo quasi in contemporanea alla vigilia del GP di Montecarlo, previsto per il 27 maggio. In un momento in cui la vettura di Raikkonen non è sorvegliata, Stepney si avvicina e nel serbatoio mette una sostanza a base di fosforo. L'intento è quello di peggiorare le prestazioni della benzina ed al tempo stesso di alterarne la corretta lettura in fatto di quantità. La leggera polvere bianca sul pavimento, però, non sfugge: arrivano i carabinieri, tutti i presenti vengono perquisiti ed a Nigel viene trovata della polvere nelle tasche. Il colpevole è lui.
Tra la mail e la polvere, la Ferrari capisce di essere nel mezzo a qualcosa di molto, molto grosso. Si adopera come si deve, la Federazione fa partire un'indagine ed i primi di luglio gli investigatori fanno irruzione in casa Coughlan sequestrando ogni dispositivo ed interrogando i coniugi. Ovviamente, in tutto ciò la McLaren sospende il suo capo progettista e la Ferrari licenzia Stepney, il quale addirittura convoca una conferenza di urgenza negando tutto. Minaccia addirittura di rilevare "presunti scheletri nell'armadio", ma nessuno gli crede. In un primo momento, comunque, la Ferrari esce incredibilmente sconfitta. Ron Dennis, a capo della McLaren, ha invitato la squadra a collaborare con la giustizia e nella prima sentenza la Federazione riconosce Mike Coughlan quale unico colpevole. Troppo poco per una Ferrari che chiedeva molto di più come pena.
Sembra essere tutto finito, e invece no. Si arriva ad agosto, a Budapest, e la rivalità tra Alonso ed Hamilton divampa. Nando, fermandosi nella piazzola del pit-stop, in qualifica impedisce a Lewis di effettuare l'ultimo tentativo in Q3; lo spagnolo fa la pole ma viene penalizzato, ed è la goccia che fa traboccare il vaso. Va da Dennis e gli ammette di essere in possesso di documenti che potrebbero mettere nei guai la McLaren. Dennis non sa niente, è sbigottito, fa l'unica cosa che può, ovvero chiamare Max Mosley, presidente della Fia, e raccontargli tutto per mettere al riparo la sua squadra. Questa volta, però, gli va male: effettivamente Alonso e De la Rosa, tester McLaren, sono in possesso di documenti della Ferrari, un chiaro segno di come le informazioni sulla F2007 non fossero rimaste solo in mano a Coughlan ma avessero raggiunto altri membri chiave del team. E nella seconda sentenza di Parigi, in data 13 settembre 2007, la casa di Woking non ha scampo: esclusione dalla classifica Costruttori. Non puniti i piloti, Alonso ed Hamilton, per la collaborazione. Il resto è storia: Kimi Raikkonen campione del mondo 2007.
Cosa resta di quella vicenda? Ad oggi un senso di stupore per un incastro di vicende aziendali ed umane senza precedenti in F1. Restano voci e sospetti, alcuni non del tutto chiariti. Alonso, ad esempio: qualcuno sussurra che prima di spifferare tutto, avesse avuto garanzie da parte della Ferrari per un futuro a Maranello in cambio della sua testimonianza. Su Stepney, invece, è come se alla storia mancasse il racconto in prima persona del colpevole. Oggi Nigel Stepney non può parlare, semplicemente perché non c'è più: l'ultimo passo della sua vita lo ha compiuto il 2 maggio 2014, attraversando, inspiegabilmente, un'autostrada nei pressi di Ashford. Il conducente del camion che lo mise sotto raccontò di un uomo che su buttò nel mezzo alla carreggiata all'improvviso, come un tentativo di suicidio ben riuscito. Tre giorni prima, Stepney aveva sottoscritto una polizza sulla vita. Secondo la compagna di allora, invece, Nigel non avrebbe mai compiuto un gesto simile, sia per l'amore che provava per le figlie, sia per il nuovo lavoro che aveva trovato come meccanico nell'Endurance. Ciò che è certo, è che Nigel Stepney non ha avuto il tempo di scrivere il libro che aveva promesso.
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