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Riviviamo gara per gara la stagione 2022, dall'illusione Ferrari al ritorno di forza da parte della Red Bull, prima di un finale segnato dalla resurrezione Mercedes e la chiusura in trionfo di Verstappen
30 dic 2022
Una legge non scritta delle corse dice che se vai forte a Barcellona, hai il potenziale per andare forte praticamente ovunque. E siccome la Ferrari non andava forte in Spagna da un bel po', a Maranello qualcuno tira un sospiro di sollievo, a leggere i dati delle prestazioni. Il problema però, è che per vincere le gare bisognerebbe arrivare al traguardo, concetto ben riassunto nell'espressione anglofona “To finish first, first you have to finish”: per arrivare primo, per prima cosa devi arrivare. Al traguardo, ovvio. Ecco, Charles Leclerc non ci arriva: fa la pole, domina, ma poi si ritrova con il motore rotto in una corsa praticamente già vinta. Un ko doloroso, perché arriva in una giornata in cui la Ferrari, con i primi, veri aggiornamenti sulla F1-75, aveva risposto alla Red Bull. Stava andando tutto bene, anche perché per Max si era messa male: dopo un dritto in curva 4 (come Sainz qualche giro prima), aveva perso contatto dal monegasco ed al massimo avrebbe potuto sperare in un 2° posto, lottando con una Mercedes rediviva; pure sulla W13 i primi aggiornamenti funzionano, sebbene non ancora abbastanza per sognare. E invece Max risale, passa Russell, passa Perez e tanto gli basta per andare a riprendersi, 116 giorni dopo Abu Dhabi, una leadership della classifica lasciata desolatamente per strada da un Leclerc incredulo dopo gli inequivocabili segnali del suo motore. Spoiler: Max, quella testa della classifica, non la lascerà più. E contrariamente alle aspettative di quei giorni, non sarà nemmeno un duello punto a punto come contro Hamilton l'anno prima.
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