F1 2023, dove eravamo rimasti: Red Bull

La squadra: il vantaggio della continuità

Christian Horner è il team principal più longevo sull'attuale griglia di partenza, essendo alla guida della Red Bull dal 2005; il secondo che si avvicina di più a questa longevità è Franz Tost, al comando dell'AlphaTauri (ai tempi Toro Rosso) dal 2006. Segno che nella galassia Red Bull la parola "continuità" è una parola piena di valore, nella quale si crede fermamente. Possono cambiare le posizioni, come il caso di Adrian Newey, che da anni ha lasciato ufficialmente la direzione tecnica (affidata a Pierre Wache), ma che non manca mai di dare il suo contributo. E che dire di Hannah Schmitz, la geniale stratega che lo scorso anno ha saputo fare la differenza al muretto. E' insomma una squadra più che rodata, quella della Red Bull, capace di risollevarsi molto in fretta da una situazione apparentemente molto complicata come quella di inizio 2022, con una macchina con più di una debolezza ed un'affidabilità precaria. Come team la scuderia di Milton Keynes ha dimostrato di funzionare alla grande, anche se il 2023 porterà ulteriori sfide: la riduzione di ore in galleria del vento non è una punizione che si può definire esemplare ma al tempo stesso non si deve commettere l'errore di farla passare come un "buffetto", perché soprattutto alla luce di un campionato tirato può fare la differenza. La squadra dovrà essere ancora più brava nell'individuare come e cosa provare in galleria, e da questo punto di vista conteranno tantissimo gli elementi che usciranno dalle simulazioni al CFD. Come ha spiegato Horner, con i "run" ridotti conterà tantissimo essere efficienti nelle scelte: la strada per confermarsi la squadra da battere passerà anche da qui.

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