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F1 2023, dove eravamo rimasti: Red Bull

E' una Red Bull nel segno della continuità quella che cerca il tris con Max Verstappen: il team di Horner parte da una posizione di forza, ma dovrà anche affrontare l'handicap della riduzione di ore in galleria del vento

La monoposto: sarà difficile fare meglio, o forse no?

A livello di fredde cifre, la Red Bull RB18 è una macchina che è passata alla storia. I GP vinti nel 2022 sono stati 17 su 22, per cui da questo punto di vista sarà difficile fare meglio. Eppure, anche la RB18 mostrava qualche margine di miglioramento che la squadra ha provato a colmare con la RB19. La RB18 era nata con un peso in eccesso che Newey aveva definito addirittura "imbarazzante", ma già essere riusciti a buttar giù gran parte di questo peso in eccesso (c'erano stati problemi con i crash test laterali nell'inverno, da qui l'esigenza di rafforzare la struttura con conseguente aumento del peso) aveva garantito alla vettura 2022 un incremento prestazionale. In più, il reparto tecnico ha lavorato in modo impeccabile sviluppando a piccole dosi ma con costanza una RB18 che nel corso dell'anno ha dovuto comunque passare attraverso un pacchetto di aggiornamenti di difficile interpretazione (il fondo introdotto a Silverstone, scartato da Verstappen e voluto invece da Perez), fino ad arrivare ad una monoposto che Max ha sentito sempre più sua. Il cronico sottosterzo non è mai stato del tutto risolto, anche se l'olandese è stato magistrale nel gestirlo, sviluppando uno stile di guida che riuscisse a mettere una pezza su questo difetto, guidando in maniera meno rotonda e più spigolosa nelle curve, soprattutto in quelle fasi in cui occorreva mandare subito in temperatura le gomme anteriori. La gestione delle gomme, almeno all'inizio, è stato un altro elemento di studio per la Red Bull, che all'inizio faceva fatica a contenere le temperature dei pneumatici nella giusta finestra, e che in gara ci ha messo un po' a risolvere del tutto i problemi di usura e degrado negli stint più lunghi. Come si vede, dunque, c'è stato qualche grattacapo pure per una vettura che però aveva anche tantissimi pregi, come ha dimostrato la stagione agonistica: la RB18 è stata studiata per girare con altezze da terra leggermente superiori rispetto ad esempio alla Ferrari, proprio nell'ottica di contenere il porpoising, fenomeno che a Milton Keynes sono stati in grado di individuare molto prima di altri, già nella fase di progettazione. Per questo motivo, la meccanica della RB18 era complessivamente meno rigida rispetto a quella del Cavallino Rampante, scelta che toglieva qualcosa soprattutto nelle curve veloci (e infatti la F1-75 in quei tratti era più competitiva) ma che alla lunga è risultata decisiva nello sfruttare perfettamente i pneumatici, come avvenuto nella seconda metà dell'anno. La Red Bull per il 2022 ha scelto una strada intrapresa solo da McLaren a livello di sospensioni, ribaltando i concetti del precedente ciclo tecnico: pull-rod all'anteriore e push-rod al posteriore, schemi con finalità non solo meccaniche ma anche aerodinamiche differenti. Da non dimenticare poi l'altro, grandissimo punto di forza della RB18, ovvero le velocità di punta altissime: merito di un'efficienza aerodinamica praticamente perfetta e di una power unit che dal punto di vista della distribuzione energetica era in grado di fornire potenza supplementare lungo tutti i rettilinei, la risultante di una serie di scelte e considerazioni fatte dai motoristi che hanno trovato in determinati parametri l'ottimizzazione della Pu Honda per la prima volta gestita da Red Bull Powertrains. Ne è uscita una RB18 con una "coperta" lunghissima, capace di gestire a piacimento deportanza e velocità di punta a seconda dei casi. Perfetto è stato il lavoro aerodinamico, con una vettura dotata delle pance spioventi verso il basso, nel chiaro intento di incanalare i flussi nella zona di cambio e diffusore sfruttando l'effetto Coanda: mentre il corpo vettura sviluppava poca resistenza all'avanzamento (ottima gestione dei flussi, soprattutto a Drs aperto), fondo e diffusore garantivano un elevato livello di carico verticale, ed è stata questa combinazione a risultare un mix micidiale per la concorrenza, perché nessuno riusciva ad avere un compromesso così elevato da un punto di vista della prestazione complessiva. In conclusione, la RB19 nasce con l'intento di risolvere qualche punto debole, nella consapevolezza di partire da una base, quella della RB18, davvero molto forte.

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