GP Europa 1993: il Giro degli Dei

GP Europa 1993: il Giro degli Dei

L'11 aprile 1993, 30 anni fa esatti, Ayrton Senna componeva il più grande giro mai visto nella storia della F1: quattro sorpassi sotto la pioggia di Donington per una tornata diventata leggenda

11.04.2023 ( Aggiornata il 11.04.2023 15:06 )

E pensare che all'inizio, quando Ayrton Senna era un ragazzino, la pioggia era il suo peggior nemico. Si allenò talmente tanto che divenne la sua migliore compagna, quando era in macchina: a Montecarlo 1984 oppure a Donington 1993, una magia, quest'ultima, che oggi diventa trentennale.

La pioggia: da nemica a miglior alleata

L'acqua che scendeva dal cielo, per Ayrton Senna, divenne benedetta. Fu lei che, in una gara qualunque di kart in Brasile, lo ridicolizzò davanti a tutti: sull'asfalto bagnato Ayrton era insicuro, non aveva controllo, si faceva passare da chiunque. Fu un'esperienza talmente umiliante, quella prima gara sul bagnato, che il giovane Ayrton disse a sé stesso che una corsa così non l'avrebbe mai più voluta vivere: e da allora, ogni volta che pioveva, Ayrton usciva di casa e andava a girare. Girare, girare, girare: solo così poteva pensare di togliersi quel difetto che, se davvero avesse voluto diventare un pilota di successo, avrebbe dovuto correggere ad ogni costo. E un difetto infatti non lo fu più: dopo i kart, quando ormai sull'acqua aveva già un controllo fuori dal comune, Ayrton avrebbe affinato la sua sensibilità sotto la pioggia con l'esperienza nella uggiosa Inghilterra, tra Formula Ford e Formula 3000. Così, quando bussò alle porte della F1, sul bagnato era già il più grande talento che ci fosse in griglia di partenza.

Dalla traumatica esperienza della gara di kart in Brasile a Donington 1993 c'è il racconto di come anche quelli dotati di un talento innato debbano mettersi a sudare se vogliono limare i propri difetti. Ayrton un talento lo era, ma per dare 3" a tutti sul bagnato di Donington, al primo giro a pista libera, ha dovuto rimboccarsi le maniche pure lui. Quanta acqua presa, quante tute inzuppate, quanti testacoda prima di saper prendere qualunque curva molto più veloce di chiunque altro, quando le pozzanghere erano grandi e traditrici; e quanti sguardi straniti in famiglia, quando rientrava a casa bagnando tutto l'ingresso. Eppure, andò avanti per la sua strada: solo i più grandi sanno lavorare su un punto debole fino a farlo diventare un punto di forza. Una magnifica ossessione che rese diverso da chiunque altro Ayrton Senna.

Il giro degli Dei

E dire che "quel giro", non era neanche partito bene: nei primi, primissimi metri, Ayrton aveva fatto pattinare troppo le gomme. Partiva quarto, Senna: davanti in prima fila le due Williams di Prost e Hill (imprendibili su asciutto), al suo fianco in terza posizione la Benetton di Schumacher, dietro in terza fila la Sauber di Wendlinger e la McLaren gemella di Michael Andretti. Nei primi metri, appunto, Ayrton non scatta bene: e quando va ad approcciare la prima curva è quinto, con Wendlinger davanti a lui e Schumacher. Passata la Redgate, curva 1, comincia la discesa verso destra, curva 2, quella in cui il brasiliano è già davanti a Michael e subito negli scarichi di Wendlinger; Ayrton esce con una traiettoria esterna ed una velocità pazzesca, tanto che si ritrova appaiato e poi davanti alla Sauber già alla staccata della quarta curva, la Old Hairpin. E' subito caccia alle Williams: tra le curve ondulate delle colline delle Midlands Orientali, Ayrton ne ha semplicemente di più, mangia metri su metri al duo di testa ed alla McLeans, curva a destra in leggera contropendenza, passa Hill all'interno. E' impressionante poi come il brasiliano recuperi praticamente tutto il distacco da Prost in una sola staccata, quella della chicane "The Esses": il francese frena molto in anticipo, non è perfetto in traiettoria ed esce piano in accelerazione, mentre Ayrton è chirurgico. Il sorpasso che avviene alla staccata della Melbourne Hairpin, tornante in discesa che piega a destra, è una naturale conseguenza dell'immenso divario che c'è in quel primo giro. Sul traguardo Ayrton transita al comando al termine del primo passaggio, mentre al secondo, cioè dopo la prima tornata a pista libera, il margine su Prost è di 4"2: circa 3" rifilati a parità di condizioni

Se quella corsa diventerà un assolo (Senna vincerà con 1 minuto e 23 secondi su Hill, 2°, e con un giro di vantaggio su Prost, 3°), quel primo giro è già stato consegnato alla leggenda, con quei quattro sorpassi piazzati uno dopo l'altro. Lo chiameranno "The Lap of Gods", il "Giro degli Dei". E non c'è veramente nient'altro da aggiungere.


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