GP Giappone 2003: Schumi più di Fangio

GP Giappone 2003: Schumi più di Fangio© Motorsport Images

Siamo al ventennale di Suzuka 2003, atto finale di una stagione senza respiro che alla fine incoronò Michael Schumacher iridato per la sesta volta, battendo il record dei 5 titoli di Fangio che durava da quasi 50 anni

12.10.2023 ( Aggiornata il 12.10.2023 09:36 )

L'alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d'un residuo di sogno e d'un principio di pensiero. Victor Hugo non si occupava di Formula 1, ma la sua frase è ciò che di meglio avrebbe descritto la vigilia del GP del Giappone 2003. Il sogno per Michael Schumacher era quello di superare Juan Manuel Fangio, artigliando il sesto mondiale, mentre il pensiero, negativo, era quello di non riuscirci, al via di una corsa che lo vedeva partire 14°, una delle posizioni peggiori dei suoi anni in Ferrari. Tra un residuo di sogno ed un principio di pensiero, Michael non sapeva che cosa aspettarsi dalla gara che lo avrebbe consacrato nell'Olimpo dell'automobilismo sportivo.

2003, che stagione

Prima dell'epilogo di Suzuka, la F1 vive una stagione pazzesca, molto bella nelle trame sportive. Forse il 2000 è stato ancor più sentito perché il titolo a Maranello mancava da 21 anni e c'era dietro tutta una suggestione particolare, ma il 2003 è un anno spumeggiante, sicuramente il più spettacolare dell'epopea targata Ferrari e Schumacher. Dopo il dominio pressoché totale delle due stagioni precedenti, il 2003 è per certi versi rivoluzionario: per arginare lo strapotere del Cavallino infatti la Federazione vara alcune modifiche tecniche e sportive con il chiaro intento di rendere più appassionanti i gran premi. Per prima cosa, punti ai primi otto e non più solo ai primi sei, con scarto di appena 2 punti tra primo e secondo, poi parco chiuso tra qualifiche e gara e grande innovazione proprio per le prove ufficiali: giro singolo per tutti nella sessione del sabato, con i piloti che ad uno ad uno vanno ad effettuare il proprio tentativo. Tutti correttivi a cui però, per dare un po' di pepe al mondiale, servono degli avversari credibili per la Rossa e Schumi. Nel 2003, questi avversari ci sono eccome: si chiamano Kimi Raikkonen e Juan Pablo Montoya, rispettivamente su McLaren-Mercedes e Williams-Bmw. Due giovanotti di belle speranze che sognano di spodestare il Kaiser, in quella stagione a più riprese in difficoltà. Raikkonen e Montoya possono contare innanzitutto su delle Michelin che prima del caso pre-Monza sono formidabili, superiori alle concorrenti giapponesi delle Bridgestone che invece equipaggiano la Ferrari. Per il Cavallino ci sono spesso problemi, anche per via di una Ferrari F2003-GA (dove GA sta per Gianni Agnelli, scomparso nel gennaio di quell'anno e ricordato nella sigla della vettura) che non è così superiore alle due rivali, ed anzi talvolta anche inferiore, soprattutto in quelle gare in cui le coperture nipponiche vanno in crisi. Ne esce un mondiale straordinario, con tante gare combattute ed incerte, in un'alternanza di valori e prestazioni come non si vedeva da tempo, tanto che a dire la loro per il mondiale sono ben tre piloti con tre squadre diverse. Vinta comunque la battaglia sulle gomme Michelin, in una Monza da dentro o fuori la Ferrari risorge con Schumi, mentre ad Indianapolis, penultima prova, il meteo fa le bizze ed a capirci più di tutti è Michael, che vince ancora ipotecando il titolo: +9 su Kimi e +10 sul colombiano, ormai già fuori dai giochi in virtù del minor numero di vittorie. Per il Costruttori c'è ancora da sudare (la Williams è solo a -3), mentre a Michael basta un punto in Giappone: il sesto titolo sembra solo una formalità. Sembra.

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