GP Giappone 2003: Schumi più di Fangio

GP Giappone 2003: Schumi più di Fangio© Motorsport Images

Siamo al ventennale di Suzuka 2003, atto finale di una stagione senza respiro che alla fine incoronò Michael Schumacher iridato per la sesta volta, battendo il record dei 5 titoli di Fangio che durava da quasi 50 anni

12.10.2023 ( Aggiornata il 12.10.2023 09:36 )

Il tranello delle qualifiche

Quello che la Ferrari e Schumi non possono aspettarsi è la pioggia che arriva proprio sul finale della sessione di qualifica, andando a disturbare il giro delle McLaren (Kimi è 8° dietro a Coulthard) e rovinare completamente quello di Michael, che è addirittura 14°. Lo Schumi del sabato pomeriggio in Giappone non sembra lui, è insolitamente teso, ma può contare su Rubens Barrichello. In quel frangente infatti il brasiliano diventa una pedina fondamentale, per entrambi i titoli: per quello a squadre è di vitale importanza tenere testa a Montoya, secondo in griglia, per quello Piloti invece il successo di Barrichello garantirebbe la matematica certezza del titolo a Schumi, dal momento che a Kimi serve una vittoria ed uno “zero” da parte del tedesco. La situazione non è così drammatica, ma per un perfezionista come Schumi è fin troppo strana, e teme la beffa finale, con una normalissima paura di veder sfuggire un traguardo storico proprio sul più bello. Quando Schumi va a letto la sera, i suoi pensieri continuano ad essere scuri. Bianca invece è la notte del presidente Montezemolo a Bologna, che non riesce a chiudere occhio: il numero uno della Ferrari aveva già puntato la sveglia all'alba per via del fuso orario per seguire le vicende della corsa in terra giapponese, ma la tensione è tanta anche per lui. Perché i traguardi storici sono due: nessuno ha mai superato i cinque titoli di Fangio, e mai nessuna squadra è riuscita a portare a casa cinque allori Costruttori di fila. Avrebbe fatto meglio la Mercedes una quindicina d'anni dopo, ma questa è un'altra storia.

Senza respiro

E così, in un'atmosfera insolita, il Giappone si prepara ad accogliere di nuovo l'atto finale di un mondiale di Formula 1. Sotto un cielo grigio la partenza vede Rubens Barrichello difendere la leadership al via, con Michael Schumacher che bada soprattutto a tenersi fuori dai guai, guadagnando comunque due posizioni. Chi ha ben poco da perdere è Montoya, scatenato nei primissimi chilometri ed autore di un gran sorpasso su Barrichello nel corso del primo giro, con il colombiano che esce di scia alla Spoon per attaccare e passare il brasiliano. Dietro di loro buon avvio di Alonso, terzo, mentre le McLaren cercano subito di sbarazzarsi delle Toyota, sorprendentemente in seconda fila al termine delle qualifiche. Il primo scossone arriva al 6° giro, quando un ottimistico tentativo di Schumi si infrange alla Casio Triangle, l'ultima chicane, sulla posteriore della Bar di Takuma Sato. Ala rotta per Schumi e meccanici Ferrari lesti a scattare dalle loro postazioni per attendere il tedesco, che va ai box scivolando addirittura in ultima posizione. Nel frattempo davanti la fuga di Montoya dura poco e si arresta al giro numero 9, quando la Williams del colombiano inizia a rallentare, restituendo la vetta a Rubens. Il Costruttori, di fatto, finisce in quel momento: con una vettura ko ed una nelle ultime posizioni (Ralf Schumacher era partito ultimo, era finito in testacoda nelle prime fasi e si trovava già staccatissimo dal vertice, dunque senza rappresentare una vera minaccia per la Ferrari), la Williams abbandona già i suoi sogni di gloria. Al decimo passaggio vanno ai box Barrichello ed Alonso: in quel momento, la situazione è raggelante, perché con Raikkonen in testa (Coulthard gli aveva ceduto la posizione) e Schumi fuori dai punti Kimi è virtualmente campione del mondo. Una situazione che dura appena un giro, dato che il finlandese rifornisce alla tornata seguente tornando in pista quarto, dietro a Barrichello, Alonso e Coulthard. Lo spagnolo pare avere una voglia matta di mettersi a duellare con Rubens, ma la sua Renault lo abbandona al giro numero 17 e Barrichello, dopo essere stato pressato per diversi giri, può momentaneamente rilassarsi, dato che le McLaren hanno un po' di ritardo, dovuto a dei giri di troppo spesi dietro a Da Matta nelle prime fasi. Kimi è l'unico tra i piloti di vertice ad andare per le due soste, ma anche questo non basta, perché quando il brasiliano e Coulthard vanno ai box per l'ultimo rifornimento alla fine del 37° giro, rientrano in pista davanti al finlandese. David allora rallenterà per cedere la seconda piazza al compagno, nella speranza magari che possa capitare qualcosa alla Ferrari numero 2 e che Schumi non chiuda nei punti. Questa seconda ipotesi, del resto, c'è, sebbene il tedesco stia a poco a poco risalendo. Dopo l'ultima sosta Michael è ingaggiato con Da Matta e Ralf e rischia grosso: in un tentativo di attacco ottimistico alla Toyota, Michael scarta all'ultimo momento e Ralf, sorpreso dalla mossa del fratello, arriva a ruote bloccate finendo per pizzicare con la sua ala la posteriore sinistra del primogenito. Ala rotta e nuovo pit-stop per Ralf, solo tanta paura e nessuna foratura per il ferrarista, che invece riprende la sua marcia in ottava posizione, quella della certezza. E' l'ultimo brivido del mondiale per Schumi, che vorrebbe a tutti i costi andare a prendere Da Matta, ma dalla radio Ross Brawn e Jean Todt gli dicono di non azzardarsi neanche, semplicemente perché non serve: Barrichello conduce davanti con autorevolezza fino alla bandiera a scacchi, assicurando i due titoli alla Ferrari, con Kimi 2°. Schumi arriverà un minuto dopo, 8°. E' fatta, sesto titolo: nessuno come lui.

Scorri tra le schede


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi