GP Messico: i 5 temi del fine settimana

GP Messico: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Verstappen vince ancora e stampa un nuovo record assoluto, mentre Hamilton sorprende e la Ferrari si interroga sulle gomme; per il resto si rivede Ricciardo, ma che brutte certe scene sugli spalti...

30.10.2023 12:02

Dopo il 16, il 17

Era solo giugno, quando Max Verstappen raggiungeva le 41 vittorie di Ayrton Senna. Quattro mesi e mezzo dopo, le vittorie sono già 51 e l'olandese può guardare alla pari nientemeno che Alain Prost, nel ristrettissimo attico che guarda quasi tutti dall'alto. Ai piani più alti ci stanno solo Hamilton, Schumacher e Vettel, con Seb che, due piani più su, non è più nemmeno tanto sicuro di restare da solo fino a fine stagione.

Lo abbiamo detto tante volte: questa per Verstappen non è una stagione di lotta con gli altri, bensì con le statistiche. Al massimo, di lotta contro sé stesso: era suo infatti il record che è caduto ieri, quello del maggior numero di successi in un singolo campionato. Furono 15 l'anno scorso, sono già 16 quest'anno a tre gare dalla fine. Insomma, passasse un viandante bulgaro, gli basterebbe buttare uno sguardo alla tabella dei risultati del 2023 per capire come questo campionato sia stato uno dei più dominati della storia, con la prospettiva che possa essere il più dominato di sempre, non solo in termini assoluti: al momento, con 16 vittorie in 19 GP, Max ha raccolto l'84,21% di successi in stagione. Il primato, per ora, appartiene ad Alberto Ascari, con il 75% (6 successi su 8 nel 1952). Sarebbe un altro storico record a cadere.

E' un mondiale a senso unico, questo. Tanto da chiedersi cosa stesse combinando, la Red Bull, prima della bandiera rossa. Il ritmo imposto da Max dopo la bandiera rossa ha rispecchiato il passo avuto con il primo set di hard, e dunque ben più convincente di quello in avvio con la gomma media. Lui e la Red Bull si sono fermati insolitamente per primi, mentre la Ferrari è riuscita a percorrere molti più giri sulla stessa mescola: era una tattica Red Bull che voleva per forza spostare la corsa sulle due soste, consapevole di avere due treni di hard nuove (unica ad averle ed unica ad andare così forte su quella mescola), oppure c'era un insolito degrado sulla RB19? Dubbio che merita di essere quantomeno reso pubblico, ma che non cambia lo stato delle cose: Max e la RB19 erano, ancora, il binomio da battere.

Le libere del venerdì avevano lasciato qualche dubbio, prima che sul finale della simulazioni di passo gara Max avvisasse tutti. I tempi di “attacco” non convincenti erano solo un modo di verificare quale fosse il limite per iniziare bene lo stint prima di mettersi a filare davvero. E infatti non c'è stata partita, quando si è trattato di spingere e basta, senza ragionamenti: in 36 giri di gara (quelli dopo la bandiera a scacchi), Max ha rifilato 13”875 ad Hamilton (con gomma media) e 23”124 a Leclerc, che aveva la dura.

Sempre al venerdì la Red Bull non aveva il picco di carico della McLaren, ma era come al solito la più completa delle vetture. Contrariamente ad Austin, l'asfalto liscio del circuito Rodriguez ha permesso di tornare molto bassi con le altezze da terra, anche se richiedeva un compromesso particolare sulla meccanica. Questo infatti è stato il vero tema del fine settimana: l'opzione aerodinamica era praticamente “bloccata” sull'alto carico, per tutti; il lavoro si è concentrato sulla meccanica, sulla taratura delle sospensioni, per trovare il giusto compromesso tra la rigidità necessaria nel tratto centrale e la morbidezza che serviva nelle curve lente, specie nella sezione dello stadio. La Red Bull si è dimostrata di nuovo la più forte, anche se su un tracciato estremo da questo punto di vista.

Sono una squadra che non lascia niente, la Red Bull e Verstappen. Un binomio che in Messico ha già vinto cinque volte, come è accaduto loro solo a Spielberg. Non lasciano niente tanto che quando Jenson Button, nelle interviste post gara, ha chiesto a Max quale potesse essere un obiettivo per il prosieguo del campionato dopo il record delle 16 vittorie, Max ha risposto: “Dopo la vittoria numero 16, c'è la 17, poi la 18...”.

Verstappen ed il record: "Stagione incredibile"


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