Oltre ai soliti noti Verstappen ed Hamilton, fa piacere rivedere sul pezzo Daniel Ricciardo, mentre i ferraristi fanno ciò che possono e Norris si prende il lusso di recuperare dal fondo; buio pesto invece in casa Aston Martin
Non proprio una domenica super per il campioncino, che ha la scusante di essere alla prima assoluta a Città del Messico. Norris rinviene dalle retrovie, sfrutta la bandiera rossa e si dimostra meritevole del gioco di squadra che lui, pedissequamente, rispetta. Qualche punto, niente di che. Incolpevole nell'episodio con Tsunoda.
Per risalire, uno deve prima toccare il fondo. Forse, è proprio quello che ha fatto in Messico: fuori così, alla prima curva, in una gara che avrebbe fortemente voluto vincere o quantomeno chiudere sul podio. La cronaca della sua gara è immediata: azzecca una delle migliori partenze dell'anno, ma battezza male lo spazio all'interno, chiude troppo repentinamente la traittoria e decolla senza nemmeno rendersi conto di aver già bruciato la domenica che attende con più trepidazione in tutto l'anno.
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La domenica peggiore dell'anno, quantomeno per il morale: in classifica sono finiti dietro pure all'AlphaTauri, che fino a poche settimane fa sembrava un relitto viaggiante. Gli aggiornamenti? Boh, per ora si vede poco: sarà migliorato qualcosina in termini di passo, ma nel caso di Magnussen la VF-23 ha avuto un cedimento preoccupante che esula dalla prestazione, comunque scadente.
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