C'è un biennio da affrontare in attesa che Audi prenda il pieno controllo della struttura di Hinwil, e sarà un biennio in cui, oltre a sopravvivere sul piano sportivo, la scuderia dovrà preparare al meglio il terreno per lo sbarco della casa tedesca
Il futuro può attendere. Nel frattempo, si tratterà di sopravvivere. Non è facile essere Sauber, oggi. Sauber (o Stake, o Kick: chiamatela un po' come volete) che attende, Sauber che aspetta. Resta un biennio da vivere così, un po' in sospeso, prima che si possa parlare concretamente di entrata in azione del marchio Audi. Nel frattempo, si cercherà di fare il massimo con ciò che si ha.
Più o meno un anno fa, ad Hinwil puntavano su una riorganizzazione il cui primo impatto con la realtà non è stato facile. Alessandro Alunni Bravi, Beat Zehnder, Xevi Pujolar: la triade, o il triumvirato, che lavora un pochino più alla luce, mentre dietro le quinte Andreas Seidl prepara lo sbarco dell'Audi a partire dal 2026, un lavoro che potrebbe essere più lungo e complicato del previsto. Dicevamo le stesse cose più o meno un anno fa, ma oggi possiamo parlare con la riprova dei fatti, leggasi la stagione 2023. E non è stata una stagione andata bene, se è vero che lo scorso campionato ha offerto la stessa discesa che la squadra aveva intrapreso nel 2022 (dopo un'ottima partenza, il team si era perso negli sviluppi), scendendo al penultimo posto tra i Costruttori, il peggior piazzamento nei sei anni vissuti insieme al marchio Alfa Romeo (che avrebbe dovuto garantire una sinergia tecnica, prima di trasformarsi semplicemente in sponsor).
Raccontare la realtà svizzera da fuori può essere complesso, ma ci sono elementi che fanno riflettere, tra cui le difficoltà incontrate dalla scuderia nell'ultimo anno e mezzo. Gli elvetici non hanno mai mollato ed il lavoro di sviluppo della C43 portato molto avanti nel corso della stagione ne è stato la conferma, il problema però è stato che i frutti di questo lavoro non si sono visti. Da qui l'impressione di un viatico affannoso, nell'attesa che Audi arrivi a rilevare completamente la factory, con l'obbligo di provare a non deragliare in questo lasso di tempo: perché in mancanza di risultati il rischio è di andare incontro ad un calo di motivazioni, con il pericolo che qualcuno, ad Hinwil, non ceda involontariamente sotto il peso della rassegnazione in questo biennio che così da difficile diverrebbe difficilissimo. La mente, insomma, deve restare focalizzata sul presente, per evitare che si possa percepire questo biennio come "sabbatico", convinti che sia poi Audi a risolvere tutti i mali.
Non ci sarebbe niente di più sbagliato: Audi vuole arrivare e partire subito con una struttura organizzata e solida, che ridurrebbe l'inevitabile periodo di adattamento da scontare di cui la casa tedesca avrà bisogno nel momento del debutto. Parte di questo lavoro spetta ad Alunni Bravi, che al suo primo incarico al muretto ha ricevuto un compito non facile, ma con la voglia di lasciare un'impronta positiva nei due anni che separano Sauber dal matrimonio totale con Audi. L'obiettivo è rendere indolore questa transizione che porterà la struttura di Hinwil da 500 dipendenti a 900 (esclusi gli addetti ai lavori per la Pu firmata Audi, che nascerà ad Ingolstadt), oltre che ad una revisione profonda delle infrastrutture e dei piani economici del team.
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