La Ferrari SF-24 è un'altra cosa rispetto alla progenitrice

L'annunciato cambio di rotta è stato mantenuto e messo in pratica in modo interessante

13.02.2024 16:26

E alla fine è arrivata. La tanto sospirata SF-24 ha una forma, dei colori e il sapore della speranza. La solita, rinnovata, euforica speranza che prende ogni volta che arriva una nuova Ferrari di Formula Uno. E questa in modo speciale, perché sostanzialmente chiuderà un ciclo tecnico-regolamentare e traghetterà il Cavallino Rampante verso il prossimo, che prenderà il via dal 2026 in poi.

Perché la presentazione della SF-24 è stata breve

Questa, quindi, filosoficamente doveva nelle aspettative e deve nella realtà segnare una soluzione di continuità rispetto al modello precedente e allo stesso tempo rappresentare il primo, virtuoso step verso nuovi orizzonti, da sviluppare convenientemente il prossimo anno per arrivare alla chiusura del cerchio. Detta in altre parole, è un cambio di strada rispetto alla SF-23 - pur tesaurizzandone le esperienze e il finale di stagione valido -, e allo stesso tempo l’approssimarsi di un nuovo sentiero che, se giusto, porterà la Rossa a due anni in crescendo e, se sbagliato... No. Dai, è meglio non pensarci. Se sbagliato, nulla cambierà rispetto allo scorso anno, ma non è mica il caso neanche di calcolarla, questa cosa. Ottimismo e volume basso, pertanto. Low profile più umiltà operosa. Questo il senso della presentazione breve, corta molto più di un giro a Spa, e priva, di fatto, di un suo vero e proprio sonoro.

Le caratteristiche principali della SF-24

Ma questa SF-24 a guardarla il suo segnale più importante lo lancia eccome. Perché già visualmente, come peraltro aveva preannunciato nei mesi scorsi Enrico Cardile, il genitore 1 di questo nuovo modello, il mutamento di rotta rispetto alla progenitrice lo incarna eccome. Sì, le due monoposto, la vecchia e la nuova Ferrari, sono diverse e neanche per sbaglio confondibili e non per meri motivi di forma, ma di sostanza impattante. Con quel musone quasi a formichiere, che si raccorda e si fonde in modo generoso all’alettone anteriore, quasi a dare l’idea di un avantreno più massiccio. Poi, certo, le bocche e le pance tanto devono come ispirazione alla dominantissima Reb Bull RB19 e questo ovviamente non può sorprendere. Così come non colpisce più di tanto che lo schema delle sospensioni resta di fatto fedele agli schemi fondamentali, col pushrod anteriore e il pullrod posteriore. Salta all’occhio anche la presa d’aria a sezione triangolare, posta sopra la testa del pilota, che appare di sicuro molto meno generosa di quella della Haas, la quale comunque avrà ovviamente la stessa powertrain. Interessante anche l’accuratissima integrazione dell’Halo alla carrozzeria, con raccordi aerodinamicamente curatissimi. Ma fermiamoci qui, senza tentare d’andare troppo oltre. In fondo, esagerare e sperigliarsi in finte intuizioni tecnologiche a poco serve. Primo, perché da qui ai primi test la macchina potrebbe e dovrebbe cambiare ulteriormente. Secondo, perché la parte decisiva e determinante della prestazionalità, riguardante la fluidodinamica e le parti nascoste, interno delle fiancate e scivolo compreso, ovviamente non può essere né visibile, né valutabile e tantomeno giudicabile, per quello che si è visto finora.

Ora parola al cronometro

Bene, detto questo, ciò che di sicuro si può dire riguarda più l’aspetto cutaneo che quello profondo, di questa SF-24. Tanto per cominciare, salta all’occhio la presenza insistita del giallo accoppiato al consueto rosso Ferrari. Chiaro, il giallo Modena c’entra sempre con la Ferrari stessa, tuttavia in questo caso viene anche da pensare che scaramanticamente la generosa presenza di giallo sulla 499P vittoriosa alla 24 Ore di Le Mans 2023 abbia suggerito di riprendere un po’ questa tonalità. La quale, in origine, era una citazione della gloriosa 312 PB del 1972-1973, anche se tutto ciò col concetto di Ferrari F.1 specificamente non c’entra nulla. Non a caso sottolinea il logo Shell, che a oggi forma con la Casa di Maranello la partnership più antica della Formula Uno. Poi anche a livello di sponsor qualche bel colpo, anche se già ventilato da tempo, c’è, con una nota birra italiana che ha sostituito l’altra, spagnola. E fa notizia anche la recente partnership con Celsius, l’energy drink che così si mette in posizione di concorrente Red Bull sia sul piano agonistico che di market. Per quanto, con tutto quello che c’è in ballo ora nel drink team, con Christian Horner nella bufera, se la Ferrari SF-24 si candida a essere una delle più temibili rivali della RBR, la realtà che sembra delinearsi appare ancor più complessa. A oggi, comunque vada, l’avversaria numero uno della Red Bull è la Red Bull stessa. Alla SF-24 il sincero augurio di diventare protagonista in pista, del tutto a prescindere da questo.


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