GP Arabia Saudita: i 5 temi del fine settimana

GP Arabia Saudita: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Mentre attorno a lui regna il caos, Verstappen si isola e vince su una delle poche piste sulle quali non si era imposto nel 2023, mentre la Ferrari trova la certezza definitiva del passo avanti compiuto con la SF-24, sebbene per vincere non basti ancora

11.03.2024 ( Aggiornata il 11.03.2024 09:48 )

Max Verstappen, il parafulmine

Ci hanno insegnato che i supereroi, almeno quelli che portano una maschera, tengono nascosta la loro identità non tanto per proteggere sé stessi, quanto piuttosto per proteggere i loro affetti, per tenerli a riparo da ogni ricatto o malvagità. E se tutto intorno a te rischia di crollare, tu hai due scelte: o fai il supereroe indossando la maschera dell’impermeabilità, oppure fai da parafulmine.

In un caso o nell’altro, Max Verstappen lo sta facendo bene. Mentre intorno a lui si inseguono le voci, i presunti scandali ed emergono spaccature più o meno evidenti, lui va dritto per la sua strada. Misurando le parole, facendo buon viso a cattivo gioco, spiegando a tutti che lui, da certe cose, riesce ad isolarsi. Come faccia non si sa, ma è evidente che ci riesca: gli avranno pure messo in mano un altro gioiello di vettura, ma trovare serenità nelle sue condizioni sarebbe stato difficile per chiunque. Chiunque non si chiami Max Verstappen, forse.

Se non sapessimo che intorno a lui nel box niente o quasi riesce a mascherare una serenità smarrita, ci sarebbe sembrato un altro weekend di ordinaria amministrazione, per quanto ordinario possa essere un mestiere stupendo e complicato come quello di un pilota di F1. Max non si è spostato un millimetro dalla traiettoria ideale: pole position, vittoria e giro veloce perso di un niente all’ultimo tuffo (anche perché Leclerc, va detto, ha avuto il vantaggio di scia e Drs). Intanto però, su una delle poche piste sulle quali l’anno scorso non era riuscito a vincere (3 su 22…), quest’anno ha fatto centro, e due vittorie di fila ad inizio campionato non le aveva mai ottenute. Un segnale pure per Sergio Perez che quest’anno è partito con dichiarazioni di battaglia più contenute e forse anche per questo un filo più sereno, nonostante nei test avesse lamentato la mancanza di feeling con la RB20. E’ andato bene pure Checo, a Jeddah, con tempi piuttosto interessanti pure per lui nel lungo stint di gara con la mescola hard. Battere Max, però, è un altro discorso.

Sulla pista che nel 2023 rivelò tutta la supremazia della RB19, anche la RB20 ha risposto presente. Rispetto al Bahrain, l’Arabia Saudita aveva da svelare le caratteristiche dei progetti sui tipi di curve che a Sakhir sono sostanzialmente assenti ad eccezione del secondo settore, le curve da media e alta velocità. E la Red Bull, ancora una volta, si è confermata regina su un tracciato che esalta l’efficienza aerodinamica: velocità di punta degne delle vetture aerodinamicamente più scariche, velocità in curva degne delle vetture aerodinamicamente più cariche. La coperta più lunga, insomma, ce l’ha ancora una volta la Red Bull. Poi si può stare a discutere su un vantaggio assottigliato, ma fino ad un certo punto. Perché se guardiamo la Ferrari, è così; se invece guardiamo semplicemente il primo inseguitore, la sostanza rispetto a 12 mesi fa non è che sembri cambiata più di tanto.

Verstappen: "Weekend fantastico per me e per il team"

Curiosamente, Jeddah 2023 e Jeddah 2024 sono state molto simili: un anno fa Stroll finiva ko per guasto tecnico al 18° giro ed imponeva l’utilizzo della safety car, stavolta è stato ancora lui, seppur in questo caso per un errore di guida, a chiamare di nuovo in causa la safety car dopo 7 giri. Il distacco tra Perez ed Alonso, 3° nel 2023, fu di 20”728; quest’anno, tra Verstappen e Leclerc, il divario è stato di 18”639. Due appunti da fare: quest’anno i piloti hanno avuto sostanzialmente una decina di giri in più nell’ultimo stint e soprattutto a fare l’andatura l’anno scorso non c’era Verstappen, attardato dal guasto in qualifica. Fatti questi due appunti, che incidono sicuramente sui divari di fine gara, vediamo comunque che sempre di un distacco prossimo ai 20” parliamo. E cioè di una macchina che, al momento, risulta imprendibile per tutti.

Dopo due gare, su questa Red Bull si possono fare in conclusione un paio di considerazioni in più. La RB20, rispetto alla RB19, è migliorata nel passo più in Bahrain che a Jeddah, pista sulla quale in gara ha girato con tempi piuttosto simili al 2023: ciò significa che nell’inverno la squadra, pur lavorando su una estremizzazione generale del progetto, si è concentrata soprattutto su gestione delle gomme e curve lente, quelle su cui nello scorso campionato faceva una differenza minore. Hanno lavorato, insomma, per essere ancora più versatili tra una pista e l’altra. Chi voleva qualche risposta in più dopo il Bahrain, l’ha avuta.

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