Nonostante la recente operazione, Sainz è perfetto a Melbourne nel giorno del ko di Verstappen; ottimo Tsunoda, mentre fa discutere l'episodio tra Alonso e Russell
C’è modo e modo di difendersi con malizia. Stavolta, lo hanno beccato con le mani nella marmellata: frena due volte nella stessa curva, scala una marcia in più e la decelerazione, oltre che eccessivamente evidente, è pure troppo anticipata. Qualcuno ha scomodato Nurburgring 2003, quando fece fuori Coulthard, lui ha rilanciato con le battaglie di Imola 2005 e 2006: solo che stavolta pare averla fatta troppo sporca. Poi sulla spiegazione data dai commissari si può discutere (può aprire un precedente scomodo, soprattutto su certi passaggi del documento ufficiale), ma ha agito in modo troppo evidente per lasciar correre.
Quest’anno i pit-stop sono un bagno di sangue: tre gare di fila con problemi e anche a Melbourne ne sono andati male due su quattro, con Bottas e Zhou che hanno lasciato rispettivamente 30” e 20” di troppo in corsia box. Si sono beccati pure una multa, ma figurarsi se in queste situazioni il problema sono i 5 mila euro da pagare: il problema è che con la C44 bisognerebbe sfruttare le già poche chances che la macchina offre, invece, per il momento, si complicano la vita da soli.
Si è fermato ad un passo dal record di 10 vittorie consecutive (già suo) e dopo 43 gare di fila a punti: il record resterà per il momento ad Hamilton, con 48. Alla fine, come dice lui, “it’s racing”, sono le corse: un ritiro dopo due anni può capitare. Nessun allarme, anche perché resta convinto che avrebbe potuto farcela pure stavolta: avrà un motivo in più per provare a vincere su quella stupenda pista che è Suzuka, l’ideale per godersi la RB20.
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