Norris e la McLaren meritano il massimo dei voti: finalmente una vittoria. Verstappen bravissimo anche quando non vince, bene Ocon e Tsunoda, mentre Magnussen ne combina di tutti i colori
Lo ha ammesso, un po’ come in Cina: nel box rosso non si aspettavano una McLaren così forte. E invece questa McLaren c’è stata e con lei, oltre che con la Red Bull, si dovranno fare i conti ad Imola, dove arriveranno gli aggiornamenti tanto invocati da tifosi e piloti. Lui ha poco da rimproverarsi: parte male, approfitta del caos scatanato da Perez e tiene un buon ritmo, la safety car gli toglie la speranza di fare meglio.
Un punto con questa Alpine è roba da far gridare al miracolo, almeno per chi si ricorda come fossero messi appena due mesi fa. E dire che il giro ruota a ruota con Gasly non faceva presupporre niente di buono. E invece, eccolo lì Esteban: è uno che in pista ha litigato praticamente con tutti i compagni di squadra, ma al volante ci sa fare. Il punto meritato di Miami (forte in difesa con Alonso, bravo a tenere lontano Hulkenberg) è un premio per la tenacia.
Sempre i primi degli altri e talvolta anche di più: 4° posto con Ricciardo nella sprint, 7° posto in gara con Tsunoda. Fanno 12, pregiatissimi punti raccolti nella trasferta della Florida, un bottino impensabile dati i valori in pista e con questa griglia spaccata a metà. Bravissimi a Faenza nello sfornare un pacchetto evolutivo che ha pagato subito, staccando momentaneamente la Haas e assottigliando il divario da Mercedes e Aston Martin. Poi è vero che Miami era una tappa con condizioni “speciali”, ma restano i punti e le buone impressioni fornite dalla VCARB-01.
Dietro a Leclerc per tutto il fine settimana, anche se dietro non significa lontano: anzi, sul traguardo è nei fatti ad appena 1”4, prima di scendere in quinta posizione per la penalità. Aveva gomma più fresca di Charles, ma a Miami non è che facesse tutta questa differenza avere qualche giro in più o in meno sulla gomma. Piuttosto, si rammarico del tempismo della sosta: sarebbe bastato un giro in più e sarebbe arrivata la safety car, ma al muretto dispongono di dati e informazioni, non della sfera di cristallo.
Sainz, 5" di penalità anziché 10". Ecco perché
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