GP Imola: i 5 temi del fine settimana

Tre scuderie diverse sul podio, distacchi ravvicinati: vince ancora la Red Bull con uno straordinario Verstappen, ma McLaren e Ferrari sono lì. Tsunoda esulta, Vettel commuove

20.05.2024 11:56

Il Max della provvidenza

Il dubbio viene, come era già venuto altre volte. Ma ad Imola forse emerge di più il sospetto che senza Max Verstappen questa Red Bull festeggerebbe molto meno e dovrebbe spiegare molto di più. Anche perché mentre Max vince, l’altro è disperso nel centro classifica, come un scuderia di serie B qualunque. Magari la verità sta nel mezzo, magari tra Max Verstappen e Sergio Perez la sintesi perfetta ancora non c’è. Ma senza Max, c’è da scommetterci, McLaren e Ferrari vedrebbero davanti a loro prospettive di mondiale diverse.

Max Verstappen è stato l’uomo della provvidenza, pure in un weekend in cui la Red Bull sembrava persa dal punto di vista tecnico. Uno dei venerdì peggiori che si ricordino, dalle parti di Milton Keynes, con ricorso d’emergenza al simulatore reso necessario da una RB20 che non stava in strada nemmeno con il suo alfiere. E avanti così, fino alle libere 3, anzi anche dopo, quando nel garage dei campioni in carica hanno deciso di cambiare ancora: modifiche alla cieca in vista delle qualifiche. E ci hanno preso, anche se non è stata la "solita" pole (anche per i record di Senna e Prost raggiunti) e non è stata la “solita” vittoria.

Tra pezzi nuovi, modifiche di assetto e scommesse, ci ha pensato Max. Si è preso una scia a quanto pare pattuita con Hulkenberg, con scambio bilaterale di favori, e poi ha dovuto fare i numeri nel finale di gara, quando Lando Norris era troppo veloce anche per lui. Horner ha parlato di gomme che avevano perso temperatura e non degrado: anche questo sarà un tema, perché gli effetti possono essere anche simili ma le cause diverse, per cui a Milton Keynes dovranno capire il perché di un comportamento, si può dire, anomalo della RB20, così diversa nel passo tra mescola media e mescola dura. La temperatura è crollata in modo abbastanza repentino, non spiegabile solamente con la leggera diminuzione di temperatura dell’asfalto, anche perché avrebbero dovuto avere problemi un po’ tutti, invece un crollo prestazionale del genere si è verificato solo sulla Red Bull. Magari c’entra il set-up, o magari ci combina il modo di affrontare il weekend: perché sarà un caso o forse no, ma chi ha saputo cambiare passo con la hard è stata proprio la McLaren, che guarda caso era stata l’unica a raccogliere dati con quella mescola nelle simulazioni di passo del venerdì (con Piastri).

E poi c’è il discorso dei pezzi nuovi. Ala anteriore e, soprattutto, nuovo fondo per la Red Bull. Anche queste novità potrebbero essere alla radice dei problemi incontrati nelle libere: perché la prima verifica da fare con i pacchetti nuovi è accertarsi se questi non vadano ad intaccare il bilanciamento generale della vettura, ed il fondo è uno degli elementi che più fa la differenza in questo campo, in un senso o nell’altro. E’ facile farsi venire a mente il 2022: quell’anno a Silverstone la Red Bull portò in pista un nuovo fondo, un fondo che dette problemi proprio a livello di bilanciamento, tant’è che Verstappen decise di scartarlo al contrario di Perez. E sempre quell’anno, la RB18 era molto più “capricciosa” nella ricerca degli assetti: nasce lì la mezza convinzione che la Red Bull soffra di più i weekend sprint, proprio perché quell’anno aveva spesso più bisogno di altri di girare al venerdì per trovare la quadra. Nello spaziale 2023 tutto ciò è passato in secondo piano, ma nel 2024 questa è una tendenza tornata a far parlare di sé: in sette gare nel garage di Horner già a Melbourne, Suzuka, Miami e Imola nel lavoro sull’assetto si è dovuti ricorrere agli straordinari. La RB20 è ancora forte, ma magari da questo punto di vista assomiglia più alla RB18 che alla RB19: cioè ha un potenziale che si fa più fatica a sbloccare, con un limite più difficile da trovare, per cui c’è bisogno di più tempo e dati in pista prima di venire a capo dell’assetto giusto. E magari di due piloti validi al simulatore: spesso si sente dire di Jake Dennis, ma Horner non ha mancato di ringraziare anche il lavoro di Sébastien Buemi, andato avanti fino all’alba di sabato mattina per raccogliere dati e mettere a posto la RB20.

Intanto però Max Verstappen è lì, sempre pronto. Venerdì era andato per ghiaia o per prati, sabato si è preso la scia di Hulk con tutta la malizia possibile, domenica in pochi oltre a lui avrebbero gestito quella situazione così bene, dato che doveva stare attento pure ai track limits (era al limite: un’altra infrazione e sarebbe scattata la penalità), il tutto mentre non poteva lasciare alcun decimo per strada. In tutto ciò, ci ha infilato pure il successo alla 24 Ore virtuale del Nurburgring: ormai si porta il simulatore in pista e non esita a restare a dormire nel motorhome, se serve per vincere con la sua squadra dei sim-racing. E anche lì, la differenza l’ha fatta lui: che sia nel mondo reale o virtuale, il Max Verstappen di Imola è stato il provvidenziale.

Verstappen: "Ho dato il massimo"

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