GP Imola: i 5 temi del fine settimana

Tre scuderie diverse sul podio, distacchi ravvicinati: vince ancora la Red Bull con uno straordinario Verstappen, ma McLaren e Ferrari sono lì. Tsunoda esulta, Vettel commuove

20.05.2024 11:56

Sensazioni contrastanti

Fred Vasseur parlava di “sensazioni contrastanti”. Charles Leclerc invece, quando gli hanno fatto notare che quello di ieri fosse il suo primo podio ad Imola, ha detto: Sì, è il primo podio qui ad Imola… ma io sono molto felice solo quando vinco”. Perché al di là delle dichiarazioni ufficiali, è inutile girarci intorno: la Ferrari sul Santerno voleva vincere. Messa così, un 3° e 5° posto possono risultare anche particolarmente deludenti, ma non bisogna commettere l’errore di perdere la lucidità di analisi.

Per provare a vincere, oggettivamente, la Ferrari ha fatto tutto. Nel caso di Leclerc, che sta prendendo sempre più confidenza con la SF-24, c’era anche una power unit fresca per tirare fuori il massimo. C’erano anche i pezzi nuovi, i cui effetti da Maranello fanno sapere si vedranno meglio su altre piste. C’era la giusta attesa, insomma, per provare a fare il colpaccio. Ma non si corre da soli, e le aspettative di uno devono poi fronteggiare le aspettative dell’altro.

Non a caso già a Miami Carlos Sainz aveva fatto sapere che secondo lui Imola era una pista adatta soprattutto alla McLaren. La quale infatti si è confermata, mettendosi dietro pure la SF-24 ricca di aggiornamenti (i quali, magari, hanno altro potenziale da sbloccare: un nuovo pacchetto ha spesso bisogno di qualche gara di rodaggio per essere pienamente padroneggiato). Tuttavia, anche se il popolo rosso si sarebbe aspettato di più, non è un dramma: è una mezza delusione, ma non bisogna nemmeno parlare di speranze tramortite. Perché a parte Melbourne, l’unica gara stagionale vinta, il distacco dal vincitore non è mai stato così limitato come quello di Imola: a Sakhir la prima delle Ferrari ha preso 25”, a Jeddah 18”, a Suzuka 20”, a Shanghai 23” ed a Miami poco meno di 10”, anche se in Florida la safety car ha reso il dato meno rappresentativo. Sul Santerno, invece, il distacco è stato di 7”9: in una corsa senza neutralizzazioni, dunque con 63 giri di gara effettivi, il ritardo medio sul giro è stato di 0”125. Per quanto i ferraristi si augurassero un esito diverso, è un grande dato per una squadra che rincorre da quasi due anni.

Questo perché bisogna ricordare che alla fine del 2023 la Rossa parlava di ritardo medio sul passo attorno ai 7 o 8 decimi, un ritardo dimezzato in avvio di 2024, ma sempre consistente. Ad Imola, invece, il distacco si è assottigliato ancora: servono verifiche su altre piste per promuovere pienamente il pacchetto della SF-24 “evo”, ma c’è la sensazione diffusa che Ferrari (e anche McLaren, ovvio) adesso possano cominciare a pensare di non partire battute ad ogni weekend. E’ già questo un grande traguardo, considerando il dominio Red Bull nel 2023 e la stabilità regolamentare che non lasciava presupporre ribaltoni.

La domanda se sia una svolta per il mondiale o no la lasciamo volentieri in sospeso, perché è difficile avere certezze. Di sicuro, le prospettive si fanno interessanti. Mettendo da parte Monaco, pista atipica per eccellenza, poi arriveranno Montréal e Barcellona, due piste diverse ma a loro modo significative: saranno un po’ loro la cartina tornasole per i bilanci finali dei vari pacchetti portati da Red Bull, McLaren e Ferrari, dato che nei prossimi tre GP difficilmente si vedranno altri sviluppi.

Alla fine dei conti, le sensazioni contrastanti è giusto averle. Questo, almeno, se si ha la capacità di non perdere di vista la realtà delle cose: a circa un terzo di campionato, siamo di fronte ad una situazione probabilmente più rosea del previsto dal punto di vista dello spettacolo. Certo, come detto servono verifiche su altre piste: ma è un mondiale che potrebbe avere, condizionale d’obbligo, parecchio da dire. E sarebbe già un successo.

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