La Ferrari sprofonda in un weekend da tempesta perfetta, mentre Verstappen si conferma valore aggiunto per una Red Bull costretta a vedersela con Mercedes e soprattutto McLaren, ormai in gran forma da 4 GP
Le meteore le intravedi nel cielo per qualche istante e poi passano, le stelle invece restano fisse a brillare per chissà quanti anni. Essere le prime significa passare in fretta, essere le seconde invece vuol dire farsi notare a lungo. E la casa della Stella, anche solo per il suo nome, non può più permettersi di essere solo una comparsa sulla griglia di partenza.
Saranno solo le prossime gare a chiarire se l’exploit canadese della Mercedes è stato una meteora capace di illuminare solo momentaneamente un cielo buio oppure se Montréal può essere davvero la base di una rinascita. Nelle ultime due stagioni troppe volte abbiamo ipotizzato una resurrezione che non c’è stata, un passo avanti tangibile e non solo sporadico, talvolta proprio a Montréal, pista che si presta, per caratteristiche, a valori di forza poi non riscontrabili altrove. A maggior ragione con condizioni meteo così variabili, in cui l’interpretazione della pista rappresenta un aspetto importante per la prestazione, sia per i piloti che per i tecnici nel deliberare gli assetti.
Proprio a livello di assetto questa Mercedes ha trovato in Montréal una sorta di alleata: le “esse” del Quebec favoriscono il lavoro sull’assetto perché avendo percorrenze simili permettono di trovare più facilmente il bilanciamento ottimale, e per una macchina come la W15 che ha sempre fatto fatica a trovare il giusto bilanciamento (se andava bene nelle curve veloci soffriva in quelle lente e viceversa) questo è stato un aspetto di grande aiuto. Almeno da questo punto di vista però, il team pare aver trovato una strada su cui indirizzare il lavoro: a Monaco era arrivata una nuova ala anteriore ed in Canada ha invece debuttato una nuova sospensione anteriore, pensata proprio per lavorare con il nuovo alettone. A Brackley hanno deciso di introdurre in due momenti diversi queste novità perché si vuole puntare sulla strategia dei piccoli passi: dopo aver raccolto quindi i primi dati a Monaco, in Canada è arrivata anche la sospensione, che completa un po’ il lavoro specifico fatto su questa area della vettura. La finalità ultima non è portare prestazione assoluta, quanto rendere la W15 più guidabile e soprattutto farle allargare la finestra di funzionamento, così anche trovare il bilanciamento ottimale sarà più facile.
In qualifica la W15 è stata forse la vettura più competitiva e forse anche in gara avrebbe potuto avere il passo per farcela: anche così si spiegano gli sguardi non completamente felici di Russell ed Hamilton dopo la corsa dalla quale hanno avuto le migliori sensazioni a livello di guida di tutto l’anno. Entrambi hanno capito che il Canada era una tappa propizia per un colpaccio e non avendo la certezza che ciò possa ripetersi, entrambi avrebbero voluto di più. Russell ha faticato alla fine del primo stint, ma nel finale volava: senza il tempo perso nel duello con Piastri all’ultima chicane (era sceso al 5° posto dopo essersi fatto passare da Lewis), George era convinto che avrebbe potuto avere la meglio su Norris per il 2° posto ed addirittura che avrebbe avuto una possibilità di infastidire Verstappen. Pure Hamilton ha da recriminare: lui deve incolpare se stesso per una brutta qualifica, ma ha ragione quando dice che con il senno di poi non si sarebbe fermato l’ultima volta per mettere la hard; non aveva altri set di gomme medie, ma quello montato da 11 giri, secondo lui, sarebbe stato il migliore per finire la corsa.
Mugugni a parte, la Mercedes del Canada è stata una grande sorpresa sulla quale però bisogna andarci cauti. Sorpresa non significa certezza, lo sanno bene anche a Brackley, dove attendono altre piste per una verifica più veritiera. Anche perché il Canada è una delle piste in cui, in questo ciclo tecnico, la Freccia d’Argento ha sofferto meno: quella di Montréal è finora l’unica pista dal 2022 ad oggi in cui le Mercedes sono sempre andate sul podio, e possono fare altrettanto solamente sui tracciati di Barcellona, Silverstone e Città del Messico, gli unici oltre al Canada in cui sono andate a podio sia nel 2022 che nel 2023. C’è dunque anche la statistica favorevole di Montréal a trattenere l’entusiasmo, nella consapevolezza che per quanto positiva, una gara non determina un campionato.
Ecco dunque il momento di confermarsi Stella lucente e non solo meteora. Nella notte di San Lorenzo, in Italia, è usanza andare a vedere le stelle cadenti; sull’Isola artificiale di Notre-Dame, che sorge nell’estuario del fiume San Lorenzo, la Stella invece è stata lucente. Questione di santi, stelle e meteore: basta solo che il futuro sia più brillante del recente passato.
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