GP Austria, l’anteprima: 5 domande verso Spielberg

GP Austria, l’anteprima: 5 domande verso Spielberg© Getty Images

In Austria torna il format sprint, teoricamente sfavorevole ad una Red Bull che fa fatica a trovare la quadra con meno tempo in pista, ma non per questo meno temibile nel GP di casa: sarà sfida con McLaren? Ferrari intanto mette alla prova il pacchetto di Barcellona su un tracciato diverso

25.06.2024 ( Aggiornata il 25.06.2024 15:04 )

La McLaren è da mondiale?

Fa specie farsi certe domande oggi, ad un anno di distanza dalla nascita della “nuova” McLaren. Quella che decise di sfornare una sorta di versione “B”, al debutto a Spielberg 2023 e pronta solo per Lando Norris, per raddrizzare i destini di una MCL60 altrimenti destinata ad occupare solo le ultime file. Un anno dopo, l’inversione di tendenza si è praticamente completata e oggi la McLaren è diventata, forse, la macchina di riferimento. 

Tuttavia, la risposta alla domanda probabilmente è “no”. O meglio: la macchina da mondiale lo sarebbe sicuramente, ma manca forse il contorno per lanciare un vero assalto all’iride, fermo restando che sulla carta il titolo Costruttori resta ben più fattibile di quello Piloti. Queste sensazioni emergono guardando le ultime cinque gare, con la McLaren dotata del potenziale per vincerle praticamente tutte all’interno di un sostanziale equilibrio con la concorrenza, ma alla fine ne ha vinta solamente una e per di più con un assist non indifferente della safety car, a Miami. Finora il team di Woking ha dimostrato di avere una grande macchina ma non quel cinismo che invece hanno avuto la Red Bull e Verstappen: per un motivo o per un altro, il successo non è arrivato da nessuna parte tra Imola, Monaco, Montréal e Barcellona ed i rimpianti sono tanti, soprattutto per le ultime due gare. In Spagna Norris non si è nemmeno nascosto: ha detto chiaro e tondo che la MCL38 nella domenica catalana fosse la miglior vettura e che la gara fosse da vincere.

Non è, comunque, una condanna al magnifico operato McLaren. Primo perché si può sempre essere smentiti nelle ultime 14 gare del mondiale (ancora un’infinità, da quel punto di vista), secondo perché il percorso per arrivare al successo è sempre impervio ed avere una macchina veloce è l’aspetto più importante, ma non l’unico nella costruzione di un castello iridato. La McLaren, oggi, studia per diventare campionessa, ma il percorso per arrivarci è un percorso a tappe che passa attraverso svariati fattori, non ultimo “l’esecuzione” del weekend: Andrea Stella già alla fine del 2023, parlando degli strepitosi numeri della Red Bull, sottolineava questo aspetto, perché uno come lui, che ha vissuto dall'interno l’epoca d’oro della Ferrari dei primi anni Duemila, sa perfettamente cosa significhi essere impeccabili dal punto di vista delle operazioni in pista. Vale anche per la stessa avversaria di oggi, la Red Bull, che nell’anno dei suoi primi titoli, il 2010, era un team relativamente giovane con forti similitudini con questa McLaren (almeno a livello di organico): sbagliarono molto e non solo i piloti, ma alla fine riuscirono a vincere e da quei primi titoli acquisirono certezze e sicurezze ben diverse e molto più solide.

Sarà un processo lungo, perché l’abitudine mentale alla vittoria non arriva con una bacchetta magica, ma la si costruisce passo dopo passo, successo dopo successo. Sembrerà una frase banale, ma niente è più vero di “vincere aiuta a vincere”, come ha dimostrato la Red Bull. La McLaren, ora che ha la macchina migliore o comunque una monoposto in grado di puntare al bottino grosso ad ogni weekend, deve cominciare a vedere nella vittoria di tappa l’ordinario e non più l’eccezione. E’ così, che si fa l’ultimo passo per diventare grandi e, un giorno, iridati. 

Norris ci crede: McLaren ha le carte in regola per il titolo

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