GP Belgio, l'anteprima: 5 domande verso Spa

Quella che può essere l'ultima gara di Perez, è anche un punto interrogativo per Verstappen, su cui pende l'ipotesi di una retrocessione in griglia causa cambio di Pu; sarebbe un grande assist ad una McLaren che crede comunque più nel Costruttori che nel Piloti: ecco perché

 

24.07.2024 ( Aggiornata il 24.07.2024 15:27 )

Norris 2° in Ungheria: McLaren non crede nel titolo Piloti?

No, non è che non crede nel titolo Piloti. E’ che probabilmente crede di più al titolo Costruttori ed alla stabilità interna, anche a costo di sacrificare punti importanti con il pilota di punta, privilegiando la classifica a squadre nell’ottica di un assalto iridato consapevolmente molto difficile, soprattutto con Norris nella graduatoria individuale.

Da quando è arrivato, Andrea Stella ha puntato forte su un clima di collaborazione e serenità interna, un clima che sta funzionando sia nel lavoro in fabbrica che in quello in pista. E la squadra non vuole cambiare di certo approccio adesso che il lavoro sta pagando. Ad ora, la McLaren ha una macchina da mondiale: non sono al suo livello forse piloti e team, che in Ungheria si è complicata inutilmente la vita, ma come abbiamo già scritto si tratta di un percorso “mentale” verso l’abitudine al successo che in squadra in pochi hanno sperimentato prima d’ora. E’ il prezzo da pagare per una scuderia ancora in fase di crescita, almeno dal punto di vista tattico, ma che crede fortemente nel suo modo di fare. E sarebbe strano il contrario, visto dove sono arrivati con questo modus operandi.

A Budapest la squadra ha pasticciato con gli ordini di squadra perché ha voluto fermare prima Norris a tutti i costi, nell’ottica di creare più margine tra secondo e terzo posto e mettere così al sicuro la doppietta. Perché era la doppietta, l’obiettivo numero uno: in che ordine, era secondario. Ed era secondario perché, come detto in apertura, il titolo Costruttori in questo momento è molto più alla portata di quello Piloti. E poi, veder vincere Piastri avrà comunque i suoi vantaggi: il pilota si è tolto di dosso l’ansia della prima vittoria, ed anche se può fare male a Norris, avere due piloti che già hanno ottenuto un successo può permettere loro, e di conseguenza alla squadra, di lavorare con più tranquillità in una seconda parte di stagione che, a seconda di come McLaren lavorerà nell’esecuzione dei fine settimana, può essere da bellissima a trionfale.

L’assalto alla corona iridata della Red Bull è concreto, soprattutto nella classifica riservata alle squadre. La McLaren ora è seconda e 51 punti di ritardo non sono poi tantissimi (poco più di una gara), soprattutto in virtù delle difficoltà che sta vivendo Perez: il team di Woking ne ha recuperati 48 da quando ha introdotto gli aggiornamenti, ovvero negli ultimi 8 GP, e 64 nelle ultime sette gare (perché a Miami, tra sprint e gara, il team ha comunque perso terreno). La squadra viene prima dei piloti: questo sarà il mantra dei prossimi mesi in casa McLaren.

Norris crede nel Mondiale: imperativo sfruttare i passi falsi della Red Bull

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