Strepitoso Leclerc su una Ferrari finalmente in grado di spezzare il digiuno, buona prova di Piastri mentre Verstappen corre sulla difensiva. Colapinto promosso al debutto, Magnussen a punti ma salterà Baku
Meno protagonista di Charles nella sua ultima Monza vestito di rosso, eppure, ha i suoi meriti: è forse il primo che, ritardando la prima (e unica) sosta, capisce che si può completare il GP con un solo passaggio ai box. Col senno di poi, sono proprio quei giri in più con cui pensava di essersi creato un vantaggio per il finale a costargli il podio, che sfugge per una decina di secondi. Sarebbe stato un bel premio nel giorno del suo 30° compleanno.
Sainz ai saluti: "È stato un piacere"
Ha detto che ha già avvertito occhi diversi nei suoi riguardi, consapevole che tutto ciò sarà “suo” l’anno prossimo. Per quest’anno deve masticare abbastanza amaro in una Monza in cui fa poco più che la comparsa: il rammarico è prevalentemente per una qualifica per la quale dice “dovrei prendermi a calci da solo”, e che gli toglie una buona fetta di possibilità nella rincorsa al podio. Meno pasticcione di Russell, 5° alla fine e giro veloce sfuggito per 8 centesimi.
Umano come non lo si vedeva da un po’, anche perché mica sempre uno riesce ad indossare i panni del supereroe. La sua sintesi del GP d’Italia è spietata, perché semplicemente dice che non ha funzionato nulla: macchina, strategia, pit-stop (6”2 alla prima sosta, anche se col senno di poi non è cambiato nulla) e nemmeno il motore, dal momento che è stato costretto a tagliare la potenza da un certo punto in poi perdendo tantissima velocità sul dritto. RB20 irriconoscibile, ed ora si spinge a definire “irrealistica” la conquista dei due titoli. Forse troppo pessimista, ma dà la misura del momento suo e del team.
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