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Il presidente della FIA ha annunciato la volontà modificare profondamente i dialoghi ai box, trasmessi via radio e anche nelle dirette tv, ma i piloti non ci stanno e partono al contrattacco
20 set 2024 (Aggiornato alle 13:04)
La tensione ai box durante le gare di F1 è tanta, e questo lo sanno bene piloti e scuderie. Ma mai tanta pressione agonistica giustifica l’abbondante dose di parolacce che si sentono in questi momenti, neppure si trattasse di un dissing tra Fedez e Tony Effe. Con queste motivazioni il presidente della FIA Ben Sulayem ha annunciato la volontà di modificare profondamente le conversazioni dentro e fuori i box e paddock, trasmesse via radio e anche nelle dirette tv. Questo vuol dire che le parolacce dovranno diminuire in favore di un maggior educazione. Un cambiamento che non è però stato accolto con grande favore, anzi.
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Quindi parolacce, frasi volgari non stanno più bene a Sulayem che ha spiegato le sue ragioni durante un’intervista ad Autosport: “Dobbiamo differenziare il nostro sport dalla musica rap. Noi non siamo rapper, eppure quante volte al minuto i piloti dicono parolacce? Noi non siamo così, è una cosa che fanno i rapper, non noi”. Il nervosismo dei piloti in gara, seppure lecito, non è giustificabile con questo linguaggio, dichiara severamente Sulayem: “Bisogna pensare che ci sono anche dei bambini che guardano le gare. Immaginate di essere seduti con i vostri figli a guardare la gara e che qualcuno dica tutto questo turpiloquio. Cosa direbbero i vostri figli o nipoti? Che cosa gli stiamo insegnando sul nostro sport?”.
La risposta dei piloti a questa iniziativa non si è fatta attendere, come quella di Max Verstappen: “Credo basterebbe smettere di trasmettere i team radio o dare in qualche modo alle persone la possibilità di non sentire certe cose che diciamo. Ovviamente adesso ci sono applicazioni che permettono di ascoltare tutti i team radio ma credo si possano trovare dei limiti o imporre un ritardo nella messa in onda, così da poter censurare le parolacce”.
Più d’accordo con Sulayem, invece, Lewis Hamilton che però non ha gradito le parole con cui il concetto è stato espresso: “Parlare di rapper così è un elemento molto stereotipato. In più se pensiamo che la maggior parte dei rapper siano neri, dire che noi non siamo come loro è un po’ esagerato”. E poi ancora: “Penso che quelle usate siano state parole sbagliate e c’è una componente razzista in ciò che ha detto. Ma sono d’accordo nel ripulire un po’ la comunicazione perché i piloti più giovani devono imparare a regolarsi”.
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