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L'australiano, prossimo ai saluti, ha spiegato perché non avrebbe senso tornare di nuovo nella veste di 3° pilota, ed ha parlato come mai prima d'ora: ha avvertito più fatica, mettendo in conto la sua età ed un livello sempre più alto dei giovani piloti
24 set 2024
È davvero finita per Daniel Ricciardo in F1? I gesti, le parole e gli occhi una volta uscito dall'abitacolo della sua Racing Bulls, dopo il traguardo del GP Singapore, fanno pensare di sì. Manca l'ufficialità, ma è alto il rischio di non vedere più l'australiano in griglia di partenza.
A meno che per il 2025 la Red Bull non decida, non senza sorprese, di piazzare Ricciardo al posto di Perez al fianco di Verstappen, per Ricciardo l'avventura in F1 è ai titoli di coda: se non da Austin, a partire dall'anno prossimo. Liam Lawson del resto attende da tempo la sua opportunità e questa opportunità arriverà presto, probabilmente già in Texas, dove dovrebbe ereditare il sedile di Ricciardo.
L'australiano, dal canto suo, non prenderà in considerazione un altro ritorno in Red Bull nel ruolo di terzo pilota. I motivi li ha spiegati lui stesso ai media nella notte di Singapore, dopo la gara, quando ha fatto un quadro chiaro della sua situazione, pronunciando parole che sanno davvero di addio. Daniel ha parlato di età, di livello che si è alzato e del perché secondo lui non avrebbe senso tentare di nuovo la strada del pilota di riserva a Milton Keynes: "L'anno scorso aveva senso tenere un piede nella porta, e ovviamente il piano era provare a tornare alla Red Bull. Farlo di nuovo invece non avrebbe senso, non ricomincerò ancora la mia carriera. Ho 35 anni, ho mostrato di nuovo di cosa sono stato capace negli anni, ma è evidente che per me è diventato difficile riuscirci ogni settimana.
Non so, potrebbe essere anche una questione d'età. Penso che per me sia stato decisamente più facile quando avevo 25 anni piuttosto adesso che ne ho 35, forse anche la concorrenza sta semplicemente aumentando. Credo sia una cosa comune in tutti gli sport, inoltre i simulatori stanno migliorando, i piloti sono sempre più giovani e arrivano più preparati. In più hanno accesso a tutte le informazioni e tutti gli onboard, così possono osservare e studiare tutti. L'asticella si è alzata ed è diventato un compito arduo per me lottare a questo livello settimana dopo settimana.
Tuttavia, non posso dirmi deluso da ciò. Sono felice di aver potuto vivere tutto questo, è stato molto divertente. E se così sarà, voglio assicurarmi di lasciare con bei ricordi, senza arrivare ad un punto in cui per me è solo fatica e sono fuori in Q1 ogni fine settimana. Questo non sarebbe divertente".
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