GP USA: le domande del lunedì

Nonostante non avesse aggiornamenti, la Ferrari ha dominato ad Austin cogliendo l'affermazione più convincente dell'anno; passi in avanti da parte di Red Bull, non al 100% McLaren, si mettono in mostra Lawson e Colapinto

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21.10.2024 13:15

McLaren: colpa dei pezzi nuovi o dell’assetto?

Da un punto di vista logico, si è più propensi a pensare che sia stata colpa dell’assetto. Perché i pezzi nuovi, molti per essere stati portati tutti insieme, non andavano ad intaccare aree particolarmente sensibili dal punto di vista aerodinamico. La McLaren di nuovo aveva un’ala anteriore (dopo un test su entrambe le vetture in FP1, è stata utilizzata solo da Norris nel resto del weekend), le carenature delle sospensioni ed i condotti dei freni. Quindi, non aveva novità a fondo, pance, carrozzeria e diffusore, aree che è molto più probabile alterino il comportamento della macchina.

Gli interventi aerodinamici c’erano, perché si tratta di elementi introdotti per gestire in maniera leggermente diversa i flussi a cominciare dall’ala anteriore, ma niente che abbia modificato la struttura principale dei flussi sulla MCL38. Non erano, insomma, pezzi capaci di alterare in maniera così drastica il comportamento della macchina.

Per questo si pensa che sia mancato un po’ l’assetto, oltre ad un generale livello di adattamento della vettura al tracciato texano. La MCL38 non aveva l’incisività della Red Bull nel primo settore e nemmeno l’ottima percorrenza delle curve lente della Ferrari. Sullo sfondo, resta poi un leggero problema legato al graining, già emerso sulla McLaren a Monza: lo si è visto bene soprattutto nella sprint, con Norris in difficoltà nel finale con le gomme anteriori. Anche Piastri ha avuto una fase di graining in gara, ma tutto sommato la McLaren non è stata lontanissima dalla Red Bull (anzi, in gara Norris ne aveva complessivamente di più): bisognerà capire perché è stata così lontana dalla Ferrari, fattore di una certa importanza su una pista come Austin.

Tra format sprint e format tradizionale la McLaren ha inoltre aumentato il livello di carico sulla vettura, proprio per evitare di soffrire alle anteriori. E va detto anche che non correre in aria libera, soprattutto nel primo stint, ha avuto un impatto enorme: a pista libera la MCL38 ha portato a casa tempi interessantissimi sia alla fine del primo stint che in tutto il secondo. Per ora, dunque, è giusto parlare solo di un passo falso episodico, senza far scattare nessun allarme sugli aggiornamenti.

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E’ stata giusta la penalità a Norris?

Sì. Ed in un weekend in cui la gestione dei duelli da parte dei commissari di gara ha lasciato un po’ a desiderare, quello di Norris è uno dei pochi casi in cui la scelta è stata giusta senza nemmeno troppo bisogno di discutere.

Verstappen era davanti all’apice della curva 12, elemento decisivo perché fa perdere a Norris il “diritto” di traiettoria: tutto ciò era stato chiarito nelle linee guida del weekend date ai piloti. Dunque se Lando approccia la curva dietro e sbuca davanti passando oltre la linea bianca, è un chiaro esempio di leaving the track and gaining a lasting advantage, ovvero guadagnare terreno passando oltre le linee che definiscono il circuito. A Norris è stata concessa l’attenuante che non aveva altro spazio in cui andare proprio perché Verstappen allarga nella difesa, e questa attenuante ha fatto sì che i secondi di penalità fossero 5 e non 10 come spiegato nelle note per i piloti (tutto presente nel documento ufficiale dei commissari di gara).

Cosa è cambiato, insomma, rispetto a curva 1 del primo giro? E’ cambiato che in partenza i commissari sono solitamente più lascivi, e che la storia delle gare ad Austin è piena zeppa di episodi come quello di curva 1 tra Verstappen e Norris. Inoltre, Max approccia curva 1 con diritto di traiettoria (grazie ad una frenata molto tardiva) e, anche se per un niente, tiene almeno una gomma a toccare leggermente la linea bianca. Questi gli elementi che hanno fatto sì che non fosse nemmeno aperta un’investigazione.


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