GP USA: le domande del lunedì

Nonostante non avesse aggiornamenti, la Ferrari ha dominato ad Austin cogliendo l'affermazione più convincente dell'anno; passi in avanti da parte di Red Bull, non al 100% McLaren, si mettono in mostra Lawson e Colapinto

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21.10.2024 13:15

Due soste, anzi una: perché?

Principalmente perché la riasfaltatura della pista ha migliorato notevolmente le condizioni del manto stradale, rendendolo capace di garantire ai piloti una corsa ad una sosta. In qualche modo, è accaduto un po’ come a Monza, quando si pensava alle due soste anche se poi le evidenze della corsa hanno portato ad individuare nella singola fermata la strategia migliore.

Ad aiutare il passaggio da due ad un pit-stop, secondo Pirelli, è stata la safety car iniziale uscita per l’errore di Hamilton ed anche i dati raccolti nella gara sprint, nella quale comunque il livello generale di usura della mescola media era stato elevato. La neutralizzazione iniziale ha fatto sì che i piloti non strapazzassero troppo la gomme nelle fasi cruciali di inizio GP, nelle quali si forza sempre molto con il pieno di carburante, situazione che costa sempre parecchio al treno di gomme montato. Inoltre, tra sprint e gara i team hanno potuto analizzare i dati e reagire di conseguenza, come nel caso di McLaren, aumentando magari il livello di carico per superare il problema del degrado emerso nella corsa di 100 chilometri.

Il resto, come detto, lo ha fatto un asfalto rinnovato che ha migliorato di molto il tracciato, eliminando tanti dei fastidiosi “bump” emersi nelle ultime edizioni al COTA, oltre a dare benefici diretti nella gestione di graining e degrado. Anche l’evoluzione della pista ha ovviamente aiutato, cambiando le strategia della vigilia.

GP USA: gli highlights. VIDEO

Haas vs Racing Bulls: Haas è la favorita per il 6° posto?

Il trend attuale fa pensare di sì. Nelle ultime cinque gare, ovvero dalla ripresa dopo la pausa estiva in poi, la Haas ha portato a casa 11 punti e la Racing Bulls 2, con un parziale di 7-2 nella sola trasferta in “casa” della Haas.

Considerando l’ultimo posto in classifica del 2023 la stagione della Haas sta andando oltre ogni aspettativa, e la sesta piazza sarebbe un risultato a dir poco strabiliante considerando le condizioni di partenza. Al contrario, invece, la Racing Bulls si sta perdendo per strada: ad inizio anno la somiglianza con alcune soluzione della RB19 del 2023 aveva portato a mettere il team addirittura in lizza per la quinta piazza dei Costruttori. I malumori emersi nei test in Bahrain, per la somiglianza con la Red Bull del 2023, si sono via via spenti una volta valutate in pista le prestazioni dei faentini, in evidente fase calante dopo una prima parte di campionato tutto sommato buona.

Sulla VF-24 ad Austin hanno debuttato tanti pezzi nuovi, pezzi sui quali in casa Haas contano molto. Non solo è l’ultimo vero pacchetto di sviluppo per la vettura con telaio Dallara e motore Ferrari, ma anche perché mirano a mettere dietro stabilmente proprio la Racing Bulls, diretta rivale di questo finale di stagione. Sulla Haas di nuovo c’era un po’ di tutto: fondo (sia nei “fences”, i “baffi” prima dei canali Venturi, sia nella parte anteriore del marciapiede), pance e diffusore per quanto riguarda gli elementi principali, ma nuovi erano anche i condotti dei freni posteriori, oltre ad un ritocco agli specchietti ed una carrozzeria specifica per smaltire meglio il calore.

Novità dunque di una portata notevole, che a quanto pare hanno dato subito i loro effetti, con un doppio piazzamento a punti nella sprint (7° Magnussen, 8° Hulkenberg) e l’8° posto in gara di Nico. La palla dunque passa alla Racing Bulls, costretta a rispondere con gli aggiornamenti nonostante avesse portato un nuovo fondo ad Austin: se non sarà così, il 6° posto nel Costruttori sarà roba della Haas.


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