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Il 1976 è l'anno del duello tra Lauda e Hunt, con la lotta iridata che prende davvero vita solo in seguito all'incidente di Niki al Nurburgring: ecco il racconto di un mondiale senza eguali
15 nov 2024 (Aggiornato il 19 nov 2024 alle 09:57)
In questa storia c'è la morte vista in faccia, una forza di volontà che ha del sovrumano, ma anche il coraggio di avere paura. E poi c'è una voglia matta di redenzione, di prendere l'occasione della vita con tutte le forze possibili, forse nella consapevolezza che un'occasione del genere non tornerà mai più.
Nel primo caso parliamo di Niki Lauda, del suo scampare alla morte nel rogo del Nurburgring, della sua forza di tornare con ancora qualche ferita aperta, ma anche della sua rinuncia a correre in condizioni proibitive al Fuji. Nel secondo invece parliamo di James Hunt, l'uomo che si getta sull'occasione della vita quando tutto faceva pensare ad una sconfitta, la decisione di rischiare pur di artigliare quel titolo mondiale che resta in ballo fino agli ultimi giri del mondiale di F1 1976. Una roba da film, e non per modo di dire.
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Niki Lauda e James Hunt, probabilmente, anche un pubblico meno appassionato se li sente un po’ più vicini, forse perché li ha visti al cinema. Tutto merito di Ron Howard, che ha scelto di mettere su pellicola una delle sfide più intense non solo tra Ferrari e McLaren, ma dell’intera storia della Formula 1. E' la storia di due figure distinte e distanti, con credo e comportamenti agli antipodi. Tanto maniacale, freddo e professionale Niki Lauda, tanto guascone, spavaldo e arrangiato James Hunt. Perché la verità narrativa di Rush sarà pure romanzata, ma dentro c'è una incrollabile verità: Lauda e Hunt erano tipi agli opposti, come ghiaccio e fuoco. E forse anche per questo quel 1976 è diventato un romanzo, soprattutto quando, con un Lauda lanciatissimo verso il titolo, arriva il terribile e spaventoso incidente del Nurburgring.
Questo perché fino al secondo giro del Gran Premio di Germania, il mondiale 1976 è un campionato senza storia. Nelle prime nove gare Lauda ha vinto cinque volte, è salito sul podio un totale di otto e si è ritirato appena una volta. Per la regola degli scarti, quel ritiro è addirittura ininfluente: e così, alla vigilia del 'Ring, Lauda vola in classifica con 61 punti, con Scheckter a 30 e Hunt a 26: in pratica, Lauda ha più punti dei primi due inseguitori messi insieme. E nel Costruttori la situazione è simile, con una Ferrari in fuga: 64 punti per Maranello, contro i 43 della Tyrrell ed i 31 della McLaren.
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