Con Spa, Liberty Media potrebbe aver dato il via ad una soluzione alla quale pensa da tempo, quella dei GP a rotazione. Situazione da monitorare per tutti, in primis per Imola e Barcellona, senza dimenticare le tappe asiatiche
Spa resta, ma a fasi alterne. Abbastanza per far indispettire i tifosi, delusi dal non poter vedere la pista più bella del mondiale insieme a Suzuka stabilmente nel calendario della Formula 1. Ma c'è altro, oltre al malumore dei tifosi, che riguarda il GP Belgio: perché l'indizio che arriva dal rinnovo a fasi alterne di Spa-Francorchamps è abbastanza chiaro sul futuro del Circus, futuro che peraltro Liberty Media non ha mai negato.
Negli ultimi tempi, del resto, Liberty Media non ha mai negato di vedere nella rotazione dei Gran Premi una soluzione per il futuro. Futuro che sembra arrivato qui e ora, con la tappa nelle Ardenne che sarà la prima, ma certamente non l'ultima, a presenziare in calendario a fasi alterne.
Il perché di tale scelta, è presto detto: la richiesta per ospitare un GP di F1 è tanta e non tutti i circuiti possono essere inseriti in calendario, pena campionati di oltre 25 round a stagione. L'unica soluzione, secondo Liberty Media, è quella della rotazione: un modo per non escludere nessuno ed al tempo stesso sfruttare l'elevata richiesta che c'è attualmente. L'alternativa sarebbe quella di estendere ancora di più il calendario, idea che non piace alle squadre: in tanti, tra team principal, piloti e personale delle scuderie, hanno detto come 24 gare sia già un numero limite.
Che rotazione sia, dunque. Spiace che la prima a farne le spese sia proprio una delle tappe più iconiche, nonché storiche, del mondiale. Quello dei GP a rotazione è uno spauracchio che le tappe europee, segnatamente quelle con meno risorse a disposizione, devono assolutamente tenere presente: per questioni di storia e disponibilità pagano meno di altre il "gettone" di presenza, ma da tempo Liberty sta incalzando gli organizzatori spiegando come la storia non basti per garantirsi la tappa in futuro. Domenicali non fa sconti, come non ne ha fatti ad Imola e Monza, e per bocca di Liberty Media chiede strutture ed investimenti al passo con i tempi, con esborsi di denaro che non tutti gli autodromi europei sono in grado di sostenere. Per cui potrebbero essere proprio loro, i GP europei, i primi ad andare incontro alle rotazioni tra un anno e l'altro.
F1 2025: il calendario dei prossimi mesi
Sulla carta, l'alternanza tra Spa e Zandvoort sarebbe stata la prima a cui pensare: per questioni geografiche e di "tifo" (su entrambe le piste si tifa molto Max Verstappen), se ne era parlato in tempi non sospetti. Gli slot del 2028 e 2030 lasciati vuoti da Spa potrebbero permettere un ripensamento agli organizzatori olandesi, per i quali però i tempi stringono: hanno dato l'addio a dicembre annunciando il 2026 quale ultima apparizione del GP Olanda in calendario, e se desiderano fare marcia indietro dovranno sbrigarsi. In Europa c'è Imola in scadenza: sul Santerno si correrà nel 2025 ma non è detto che si correrà anche nel 2026, data per la quale si spera di recuperare l'edizione saltata del 2023 causa alluvione. Tutto da vedere, comunque: un'alternanza tra Imola e Monza è da scartare perché Monza ha un accordo fino al 2031, per cui Imola potrebbe ritrovarsi sì in calendario a fasi alterne, ma non con l'altra tappa italiana. Sulla stessa barca di Imola c'è Barcellona: il Montmelò ha perso la tappa spagnola, che dal 2026 apparterrà a Madrid (la quale ha in mano un contratto valido fino al 2035); proprio con Imola potrebbe nascere una sinergia per non perdere del tutto la F1.
In Europa, le altre sono momentaneamente al sicuro: l'Austria ha un accordo fino al 2030, Monaco e Monza fino al 2031, l'Ungheria fino al 2032 mentre Silverstone arriva fino al 2034.
Hamilton, 40 candeline: e se il meglio dovesse ancora venire?
Ecco perché allora anche il Medio Oriente e l'Asia deve monitorare attentamente la situazione. Se l'Europa è il vecchio cuore pulsante della F1 e le Americhe l'obiettivo commerciale di questi anni, ecco che è proprio l'Asia a dover fare per bene i conti. Singapore ha un accordo fino al 2028, Suzuka fino al 2029: niente nell'immediato, ma per il futuro si dovranno valutare per bene tutte le opzioni. Pure Baku, che ha scadenza nel 2026, dovrà trattare in fretta il rinnovo: essendo un po' a "metà" tra Europa ed Asia, chissà che non venga proposta anche a lei una rotazione in calendario.
L'America invece sembra al riparo da queste rotazioni, almeno per il momento. Il rinnovo di Austin, che ha un contratto fino al 2025, appare scontato, mentre molto meno certo è quello del Messico: il circuito Rodriguez ha un accordo fino al 2025 e dunque è in scadenza; senza Sergio Perez, si dovrà valutare attentamente l'impatto dell'assenza di Checo sull'evento e non è detto che, senza il proprio beniamino, possa esserci da parte degli organizzatori la stessa volontà di ospitare il GP. Ecco dunque che si aprirebbe un altro slot: per questo motivo, l'Africa (principalmente con il Ruanda, perché si è raffreddata la trattativa con Kyalami) può sperare di entrare in calendario a breve. Ciò che è certo, ad ora, è che è una F1 in continuo mutamento.
Link copiato