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L'austriaco ha ampiamente criticato la gestione Red Bull, dicendo che si vede l'assenza di Mateschitz; per quanto riguarda la Ferrari invece, vede il Cavallino Rampante in un'ottima posizione per l'assalto al titolo 2025
12 feb 2025
Critiche alla Red Bull e piena fiducia nella Ferrari. Gerhard Berger è a suo modo un ex di entrambe, avendo corso per il Cavallino Rampante e avendo lavorato, per un periodo, alla Toro Rosso di Faenza. Tuttavia, l'austriaco ha opinioni molto diverse sul periodo che le due scuderie stanno attraversando.
In una lunga intervista concessa ad Auto Motor und Sport, Berger non ha risparmiato qualche critica alla Red Bull, indicando un punto di non ritorno: la morte di Dietrich Mateschitz, suo grande amico: "Costruire richiede ovviamente molto più tempo che smantellare - ha detto Gerhard -, ma nessuno avrebbe mai pensato che in appena sei mesi dalla morte di Mateschitz tutto sarebbe crollato". Il riferimento è ovviamente alle battaglie 'politiche' emerse all'interno del team: "Spesso quando si verificano problemi di questo tipo - ha proseguito -, è l’inizio della fine. Il marchio Red Bull ha sempre trasmesso allegria e un’immagine cool, ma all’improvviso tutto è cambiato. La Formula 1 è un mondo complesso e competitivo e si può avere successo solo se tutti i membri della squadra si mettono al volante, vanno d'accordo e comunicano bene tra loro".
La chiarezza è mancata, ad esempio, nella scelta del pilota da affiancare a Verstappen: Berger avrebbe preso Carlos Sainz. "Nessuno può davvero dare fastidio a Max - ha spiegato l'ex pilota -, io comunque avrei scelto Carlos Sainz. Mettere Lawson non è necessariamente una scelta negativa, anche se avrebbe forse avuto bisogno di fare più esperienza nel team B. Lawson mi piaceva già nel DTM, quando era più veloce e aggressivo di Albon. Consigliai a Marko di tenerlo in considerazione. Con Perez invece si vedeva che le cose non funzionavano più bene. Nessuno però aveva capito che gli era stato fatto un altro contratto. Potevano esserci motivi come il marketing o la situazione contrattuale, ma le cose non miglioravano, gli hanno dato altre tre gare e poi altre due, rifiutandosi di prendere una decisione. Non sono riuscito a vedere una linea chiara in tutto ciò. Ai tempi di Mateschitz, la Red Bull è sempre stata famosa per la sua chiarezza".
L'austriaco al contrario vede in una bella situazione la Ferrari: "Questa stagione punterei sulla Ferrari. Non saprei dire se sarà campione Hamilton o Leclerc, se vinceranno il titolo Piloti o Costruttori, ma vinceranno un titolo. Questa è la mia impressione. Si sono molto avvicinati al vertice e ora sono in una buona posizione sia a livello di motore che di telaio, oltre ad avere una coppia di piloti di alto livello. Hamilton? Credo necessitasse di nuovi stimoli. Aveva due problemi: la Mercedes era diventata una macchina vincente solo sporadicamente e lui era lì da così tanto tempo che aveva bisogno di cambiare gli scenari. Potrebbe tornare a dare il massimo, anche se credo avrà difficoltà a fronteggiare la velocità di Leclerc. Vedere Lewis campione in Ferrari sarebbe il più grande evento di marketing della storia della Formula 1".
Fiducia anche in Vasseur: "Sembra calmo, riflessivo, puntuale e porta sempre a termine i propri compiti. Ingaggiarlo è stata una buona decisione, ma era chiaro che sarebbero serviti uno o due anni per raccogliere i frutti del suo lavoro. Portare Hamilton a Maranello è stato fantastico e sarà Vasseur a riportare la Ferrari al vertice".
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