Se si votasse, non vincerebbe lui, ma in F.1 si corre, quindi attenzione alle chance di Verstappen anche in questo mondiale
Uno special di “Chi l’ha visto?” su Max Verstappen ci starebbe tutto. Mai successo notare un fresco tetracampione F.1 di così basso profilo e volutamente lateralizzato. Giusto due chiacchiere per dire che sarà presto padre e zitto.
Se si fa il bilancio mediatico del magnetismo attenzionale in atto nell’interstagione, l’80% è di marca Ferrari - laddove Hamilton vanta un’esposizione spaventosamente maggiore a quella di Leclerc, ovvio - e ciò che resta è spartito alla bell’e meglio tra questo e quello.
Tuttavia Max nisba, a visibilità ha la percentuale dell’albumina.
Verstappen: solo McLaren oggi può correre per il titolo
C’è voluta giusto la seratona del gala di Londra per riequilibrare un po’, con ciascuno a pari spazio e tempo, anche se, pure lì, a salire sul palco per ultimi, quindi da numeri uno, come accade negli incontri di pugilato, sono stati quelli della McLaren, mica Max.
L’ho già scritto, è una cosa indicativa. Vuol dire che il promoter - e non solo il promoter - tende a dare un’importanza crescente al mondiale Costruttori rispetto al Piloti e lo stesso Max non se ne fa un gran problema.
Intanto di lui s’è parlato molto più perché è messo male a punti patente e rischia uno stop alla prossima infrazione, che non per dire che quattro mondiali consecutivi di F.1 oltre RBR #1 li ha vinti a oggi solo Hamilton e cinque Schumacher only.
Macché, entrato in scena a due passi da Horner, Max s’è beccato un po’ per conto suo e tanto per conto del suo boss una salva di fischi che neanche un laziale alla cena dei romanisti. Per vari motivi. Uno tra i quali dice che quanto ad approccio simpatico sia lui in pista che Horner al muretto o Marko coi rivali durante le interviste, non è che siano il massimo della condiscendente dolcezza. Quindi, nessuno sbigottimento.
Però, un momento. Capisco che mediaticamente tira più un pelo di lana del cappotto nero di Hamilton che mille cavalli del dimissionando motore Honda della Red Bull, tuttavia c’è un piccolo particolare. A oggi, dati, conti e telemetrie alla mano, il più forte, il più meritevole e il più fresco ultrablasonato del Circus, è e resta Max Verstappen. Con la Red Bull di Newey o con la monoposto lasciata da Newey a soffrire come un cane in autostrada, non importa. Alla fine vince lui. E se torna una spruzzata di pioggia come si deve, ciao mare.
Non finisce qui. L’unico che ogni volta dice quel che pensa a chi comanda, sia che si tratti di calendari, di promozione, di rituale, di cerimoniale, della quasi suocera o che, è lui.
Il pilota più di tutti nel mirino della stessa Federazione, con la scusa della parolaccina, ma in realtà perché mostra muso duro quando si tratta di commentare argomenti regolamentari e procedurali sensibili e scomodi, resta Max medesimo.
E il più temuto dai colleghi, quello che distribuisce ansia solo a vederlo arrivare nello specchietto, chi è? Sempre Max. E il più spregiudicato, quello che si fa passare di meno e più malvolentieri, con lo scherzo da prete in canna? Idem.
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