Se si votasse, non vincerebbe lui, ma in F.1 si corre, quindi attenzione alle chance di Verstappen anche in questo mondiale
Verstappen è pure il più tosto e il più vendicativo e anche quello disposto a litigare come nessuno, appena sceso di macchina. Tanto che, come mi disse Russell a Brisighella: «In F.1 il casco va indossato in gara ed ma è consigliabile anche quando si discute con Max».
Insomma, i tre mesi d’interstagione, ossia di pausa invernale, sono un periodo strano.
Mentre impera il turbine mediatico e la corrente va dove porta il facile richiamo dei flash e del glamour, uno come Max è destinato a finire in ombra. Laddove, peraltro, lui sembra stare benissimo. Male che va, ha più tempo o modo per fare un test GT o un po’ di promozione per Ford, in vista dell’anno prossimo.
E anche nei test del Bahrain, ha ringhiato ma non ha morso, limitandosi poi a dire che a Melbourne non è lui il favorito, che la vittoria andrà ad altri, eccetera, eccetera. Ma qui e ora sarà bene ribadire che l’off season non conta niente. È fuffa. Clic e flash servono solo ad aspettar sera, lo chic e i ciak dei filming day spostano oceani di chiacchiere ma neanche un bicchiere di fatti.
E i tempi del deserto in cui piove sono indicativi tanto quanto giocare a shanghai con gli spaghetti scotti. La verità è che tra poco si farà sul serio, signori miei. E terrei molto in conto presenza, fame atavica e cattiveria sorda di Max Verstappen. Perché secondo me quest’inverno non è passato giorno in cui lui non vedesse gli shot, i bagni di folla e le idolatrate che hanno interessato i più accreditati avversari senza che provasse una sensazione fastidiosa ma perfidamente motivazionale, tale da fargli dire, sorridendo tra sé e sé: «Godete adesso, a motori spenti o a benzine indecifrabili, perché quando conta, amici miei, io vi asfalterò tutti, esattamente come in questi quattro anni. Oppure, se proprio mi ritroverò per le mani un calesse e sol per questo dovrò darvi strada, il mio nome fino all’ultimo sarà il motivo della vostra ansia, il sinonimo della vostra sofferenza, il tarlo dell’incertezza che proverete nel volere e nel poter succedere a uno come Max Verstappen».
Signore e signori, queste righe vogliono essere solo una risarcitoria e compensativa manifestazione di rispetto al controverso leader di questa F.1: l’unico antisistema. La schiena più dritta del Circus. Ancor prima che tutti a modo loro cercaranno di bastonarla.
In bocca al lupo, dunque, anche all’ingiustamente e troppo comodamente predimenticato.
(2/2)
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