GP Bahrain: Ferrari, nessun quarto di nobiltà  

Leclerc non trova gloria nel suo 4° posto, eppure non è stata una Rossa da buttare quella di Sakhir: qualche passo avanti c'è stato

14.04.2025 ( Aggiornata il 14.04.2025 09:50 )

Il “quarto di nobilità”, ormai, è un qualcosa di più scherzoso che serio. L’espressione che un tempo veniva usata come quota di ascendenza nobiliare, ora è una locuzione buona per prendersi in giro tra amici, nella maggior parte dei casi. C’è nobiltà e nobiltà, quarto e quarto, anche nello sport: un conto è arrivare al 4° posto a distanze siderali, un conto arrivare al 4° posto con la sensazione di non essere stati neanche troppo fortunati.

Chiariamo subito: questa Ferrari nobile non è, ed a guardare come fila la McLaren sembra non avere neanche una minima discendenza di sangue cavalleresco. E non può essere nobile neanche il secondo 4° posto consecutivo dopo Suzuka, con Leclerc che ha rafforzato il concetto emerso dopo il Giappone: “Fa male sapere di avere fatto tutto alla perfezione ed essere arrivati comunque quarti”. Lo aveva detto nel Sol Levante, lo ha ripetuto nel Golfo Persico: non basta essere perfetta, a questa Ferrari, per ottenere i risultati che vorrebbe. Il che può voler dire tante cose: che per il bottino grosso bisogna sperare, che c’è ancora da lavorare, che se la sorte fa anche un mezzo scherzetto la giornata può svoltare in senso negativo. Analizzando il weekend del Bahrain su più piani, si nota che si farebbe un torto troppo grande a dire che nel Cavallino Rampante non funziona niente; piuttosto, è giusto dire che alcune cose non funzionano come dovrebbero.

Ferrari SF-25: primo pacchetto ok

La Ferrari SF-25, per dire, non funziona come i suoi tecnici avrebbero voluto, nel senso che se la sarebbero immaginata alle prese con un avvio di campionato diverso. Invece, i primi 4 GP hanno portato in dote zero podi e insomma, rivoluzione o meno dalla SF-24, non erano di certo questi gli obiettivi. Saremmo ingrati però a dire che qualcosa non si sia visto: eppur si muove, direbbe Galileo Galilei. Sakhir, per i problemi emersi con il retrotreno della 677, poteva essere teoricamente tra le piste peggiori: essersi tutto sommato difesi è stato incoraggiante, perché poteva finire molto peggio. Essendo la Rossa 2025 una macchina che sembra prediligere, per ora, le curve veloci, è ragionevole pensare che a Jeddah le cose andranno complessivamente meglio. In questo, il pacchetto (corposo) che ha debuttato in Bahrain apre qualche speranza per l’Arabia Saudita ma è logico pensare che abbia dato una mano pure a Sakhir: era un pacchetto, lo abbiamo detto o lo ripetiamo, nato e programmato già prima che la SF-25 toccasse l’asfalto per i test.

Sul pacchetto che dovrebbe definitivamente “curare” la Rossa 2025, ancora sappiamo poco: se e quando arriverà, si dovranno guardare gli effetti in pista e soprattutto le classifiche, perché è chiaro che se arrivasse in una situazione di classifica già molto compromessa (già adesso il quadro è complicato: -94 da McLaren), si dovrebbe riflettere pure se il treno iridato sia passato oppure no.

Tornando al Bahrain, comunque, su 57 giri di gara le Rosse hanno affrontato solo circa un quarto di GP a parità di compound, nella fase centrale della corsa: in tutti gli altri giri, segnatamente primo e terzo stint, avevano una mescola di svantaggio. Anche questo deve avere ed ha un significato, nel giudizio complessivo prestazionale: non è ancora la Rossa che i tifosi vorrebbero (né tantomeno i piloti), ma qualcosa si è visto. Anche la strategia, come vedremo, non è da biasimare. Certo resta, sullo sfondo, un senso di inquietudine spiegabile con la visione pessimistica della cosa: la Ferrari, pur portando il primo pacchetto stagionale (dunque, giocandosi un primo “step” evolutivo rispetto alle rivali), non è comunque riuscita a vincere. E su questo, hanno ragione i pessimisti: non è un qualcosa da sottovalutare, perché quando anche McLaren sparerà la sua “cartuccia” il rischio è quello di tornare indietro. Ma su questo, parlerà il tempo.

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