A voler andare oltre la classifica ed i freddi numeri, questa è una vittoria piena di significato. Non solo perché, romanticamente, con il quarto successo in carriera Oscar Piastri eguaglia il fondatore, Bruce McLaren, ma perché la stessa McLaren è riuscita a vincere in una pista per lei storicamente stregata, seppure vi sia fondamentalmente legata: il fondo sovrano del Bahrain ha una quota nel team di Woking, per cui si può parlare a tutti gli effetti di vittoria “in casa”.
Piastri: "Avevamo la gomma giusta per il finale"
Ci sono voluti 21 tentativi, alla McLaren, per portare a casa una corsa che aveva regalato sempre pochi sorrisi. Ce ne sono voluti 50, ad Oscar Piastri, per mettere a segno il primo hat trick della carriera: pole, vittoria e giro veloce. Oscar Piastri adesso sogna, anche per la cabala: il GP numero 50 della carriera lo hanno vinto solo dei campioni del mondo: Fangio, Clark, Rindt, Hunt, Senna, Schumacher. Sa che non sono sogni proibiti, Oscar, perché per la prima volta dal 1998 la McLaren ha portato a casa tre dei primi quattro gran premi e lui ne ha firmati due, sempre più convinto di avere la macchina giusta per arrivare al bersaglio grosso. Ad ora, pare assolutamente sfida tra lui e Norris, e dopo il primo round del 2025, costato all’australiano un -25 in classifica, Oscar ha già ricucito quasi del tutto il divario: oggi sole tre lunghezze le separano dal compagno di squadra. Mentre Lando mostra qualche crepa, soprattutto di natura psicologica, Piastri gli ha preso le misure e sta marciando regolare verso la prima leadership iridata della carriera. Mentre Norris sembra sempre emotivo, Oscar è glaciale: può essere un fattore determinante in questa battaglia iridata.
C’è poi una questione squisitamente tecnica: da inizio anno, l’inglese si lamenta di un feeling di guida non ottimale con la MCL39, al contrario del compagno di squadra che invece è sempre stato meno “critico” con la macchina. La McLaren 2025, per ora, sembra più favorevole allo stile di guida dell’australiano piuttosto che a quello del britannico, che predilige una guida più “tondeggiante”: parliamo di minuzie per un progetto riuscitissimo, ma minuzie che possono diventare tutt’altro che inezie se il titolo diverrà, come sembra, una questione privata tra i due alfieri McLaren.
È una macchina, la MCL39, che tutta la griglia invidia a Piastri e Norris, la coppia che sa di potersi giocare il titolo in casa e che nel frattempo sta aiutando il team a marciare ordinato (e indisturbato) nel Costruttori: dopo quattro weekend di gara sono già 58 i punti di vantaggio sul primo inseguitore (Mercedes). Mentre Lando si perde nei suoi complessi (aveva pronosticato un weekend difficile per la McLaren…) e si assume le colpe di una domenica storta (“Un GP confusionario per me”), Oscar, con il suo sguardo assente, la sua esultanza contenuta e la sua apparente indifferenza per le paturnie di tutto il resto della griglia, mostra la calma dei forti: mentalmente pare molto più solido di quello che guida la sua stessa macchina e per questo lascia trasparire una consapevolezza probabilmente diversa.
Magari la McLaren non ha vinto con il margine che ci si poteva aspettare, ma ha vinto (e bene) su una delle piste che più di altre espone le squadre a fare i conti con i compromessi tra rettilinei e curve, tra gestione delle gomme e prestazione; il team di Woking ha assolutamente in mano il compromesso migliore ed è una certezza che aiuta, in un anno in cui presto o tardi chiunque dovrà fare i conti con il pressante compito di iniziare a pensare alla macchina 2026. La caparbietà di Russell, lo step della Ferrari e la Red Bull di Suzuka sono segnali di uno sviluppo 2025 che non può essere abbandonato, neanche per questa McLaren che ne ha vinte tre su quattro e che sa di poter andare a Jeddah per portare la percentuale a quattro su cinque. È bello che certe certezze emergano in Bahrain: qua, due anni fa, era cominciata l’avventura della McLaren di Andrea Stella, ed era cominciata con una macchina che si perdeva in fondo alla griglia. Due anni dopo, la stessa Stella brilla sul podio a ricevere il trofeo riservato alle squadre: non si tratta solo di vincere “in casa”, ma pure del modo in cui certi successi arrivano. Dopo un biennio, la McLaren è regina pure su una delle piste che sembravano stregate: ogni tabù, con questa macchina, sembra destinato a cadere. Pure quello di un titolo Piloti che manca a Woking dal 2008.
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