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10 giu 2025
E ora? L'arma, o presunta tale, di Barcellona, si è sciolta come neve al sole. La McLaren, dopo aver ridimensionato a voce la nuova direttiva tecnica sulle ali introdotta in Spagna, lo ha fatto anche con i fatti, prendendosi una doppietta piena di significati. Perché non solo ha risposto a chi metteva in dubbio la superiorità della MCL39 dopo la DT (speranza, va detto, troppo ingigantita), ma è stata pure una tappa che ha fatto guadagnare molti punti in classifica con entrambi i piloti su Verstappen, il rivale più pericoloso, nonché l'unico con qualche possibilità di togliere lo scettro a Piastri o Norris.
Quindi ora la domanda è: qualcuno ferma la McLaren? La risposta è che è dura, andare a prendere questa McLaren. Anche perché, con il regolamento 2026 alle porte, tanti potrebbero anche pensare di abbandonare presto il progetto 2025. A quanto saputo, non vuole saperne Red Bull: la situazione di Verstappen si è complicata, ma a quanto pare non vogliono ancora gettare la spugna. Contano su altri aggiornamenti sulla RB21 per provare a recuperare il gap dalla macchina di Woking. La RB21, va detto, pare aver fatto qualche passo avanti in termini di bilanciamento, ma è ancora semplicemente troppo lenta per battere le MCL39.
Poi c'è la Ferrari, seconda nel Costruttori ma non seconda forza in pista. Ruolo che anche la Mercedes gradirebbe, ma anche lei è alle prese con riflessioni: mentre si approfondiscono i problemi di affidabilità delle ultime settimane, a Brackley stanno provando a reintrodurre novità, tra cui la sospensione posteriore: portata ad Imola, bocciata a Monaco e messa da parte in Spagna, il team sta provando a reintrodurla con dei correttivi. Farebbe comodo su un tracciato come il Canada, che dal punto di vista meccanico necessita di accorgimenti specifici per poter aggredire i cordoli. Dal punto di vista aerdonamico conta l'efficienza, mentre la trazione, oltre all'aggressione dei cordoli, è fondamentale: per questo McLaren parte ancora davanti, su un tracciato che comunque non dovrebbe riproporre temperature così elevate come la Catalogna. Può essere un aiuto per chi insegue, fermo restando che a questa McLaren, lo scettro di favorita non lo toglie nessuno.
C4, C5 e C6 a Imola e Monaco, poi C1, C2 e C3 al Montmelò, ora di nuovo C4, C5 e C6 a Montréal. Per la seconda volta consecutiva, non ci sarà alcuna mescola in comune con il GP precedente: un unicum negli ultimi anni. Per la gomma più tenera in assoluto, la C6, sarà un altro ben banco prova: il degrado sarà indubbiamente maggiore rispetto a Monaco, per cui sarà interessante capire cosa le squadre hanno compreso di questa gomma nelle due occasioni in cui l'hanno avuta a disposizione. Soprattutto sul giro secco, è un compound difficile da portare nella giusta finestra nel giro di preparazione, da tenerlo nella stessa lungo il giro veloce e soprattutto estrarre il picco prestazionale. In una pista corta come quella canadese, sarà una sfida per tutti perché con distacchi ridotti potrebbero esserci soprese in qualifica.
Altro tema, l'evoluzione della pista: a Montréal, pista inutilizzata nel resto dell'anno, il miglioramento è costante lungo i tre giorni, aspetto che aiuta a sconfiggere il graining soprattutto sulle mescole più tenere: dovrebbe esserci al venerdì, ma Pirelli conta di non incontrarlo più a mano a mano che l'asfalto si gommerà.
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