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F.P.
11 giu 2025
Appena 12 mesi fa il GP del Canada lasciava il serio dubbio di una McLaren che si fosse lasciata sfuggire una vittoria alla portata. Indizi di un progetto maturo, per velocità della monoposto, per competere per il titolo. Oggi la sfida nel mondiale Piloti è una questione tra Piastri e Norris, in quella Costruttori è un interrogarsi solo sul quando McLaren confermerà l’affermazione del 2024. Con quasi 200 punti di vantaggio sulla Ferrari prima inseguitrice non sembrano esistere altre prospettive.
Si torna a Montreal, Norris è reduce dal piazzamento in Spagna, secondo dietro Piastri. Una sfida che dopo un terzo di campionato li vede separati da 10 punti, risultati molto diversi e una monoposto alla quale Lando prova ad adattarsi al meglio.
Parla della rivalità con il compagno di squadra e dell’interesse del team da porre prima di ogni altro, intervistato dalla BBC: “Sono alle dipendenze della squadra e devo guidare e correre per loro. L’obiettivo numero uno è la vittoria del titolo Costruttori, poi c'è il titolo individuale.
Tutti hanno visto molti campionati in cui la lotta tra compagni di squadra si è inasprita e ha preso la direzione sbagliata. Questo porta a molte altre conseguenze, come un effetto domino ed è quello che non vogliamo accada.
Vogliamo gareggiare, siamo liberi di farlo l'uno contro l'altro ma sappiamo anche che il nostro unico scopo è correre per la McLaren, per la squadra, il nome con cui gareggiamo. Ed è una cosa di cui siamo entrambi molto orgogliosi”.
Resta la speranza che possa arrivare un finale di campionato con un sussulto di lotta diretta tra Piastri e Norris, a vivacizzare la sfida tutta interna per il titolo. Pistri ha conquistato 5 successi contro i 2 di Norris e, senza l’errore in Australia, il nono posto conclusivo, il rendimento medio e il vantaggio su Lando avrebbe avuto altre proporzioni.
Norris che al volante della MCL39 ha vissuto un inizio difficile, senza quelle sensazioni avute lo scorso anno. Piastri, assicura, non è affatto una sorpresa per il rendimento e la velocità che sta mostrando: "Sono io che osservo cosa fa con i piedi e con le mani e come guida la macchina. E posso dare una risposta probabilmente più accurata di chiunque altro all’esterno”. Sulle proprie di difficoltà, sono legate al feeling dall’avantreno della monoposto, che vorrebbe più comunicativo.
"Posso solo dire come guido e su cosa mi baso, e molto riguarda le sensazioni che ho dal volante, è soprattutto da lì che sento come guidare velocemente la macchina. Quando gareggi contro i migliori piloti al mondo, è necessario che tutto ti dia gli spunti, le migliori sensazioni, per essere più precisi possibile. Se ti manca questa piccola cosa, è difficile essere il migliore.
Ho dovuto esplorare altri modi per ottenere il tempo sul giro, che si trattasse di sensazioni più forti sentite con il corpo o i piedi, o che cercassi di lavorare con il team su come riportare quelle sensazioni attraverso il volante. Tutto questo fa parte del lavoro”, spiega Norris.
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