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8 lug 2025 (Aggiornato alle 12:00)
I motoristi sono stati chiari nel ribadire il loro no a una Formula 1 priva di un motore ibrido in futuro. E' stata soprattutto la posizione scandita da Audi, Honda e Ford. Si cambi il frazionamento, si discuta come fare meglio rispetto alla complessa power unit approvata per il debutto nel 2026, ma una parte di elettrificazione dovrà comunque essere presente.
La pensa diversamente il presidente della FIA, Ben Sulayem, che torna a rilanciare il progetto di una Formula 1 che torni ai motori V8, semplici e privi della complessità tecnica attuale (e del 2026).
Indica il 2029 quale possibile stagione per il cambiamento, che vorrebbe dire un ciclo tecnico accorciato ad appena 3 campionati. Qualcosa difficilmente realizzabile se si considerano le recenti posizioni dei motoristi e dei team, con Wolff lo scorso maggio a sottolineare l’importanza di un ciclo tecnico di 5 stagioni, fino al termine del 2030.
Quanto a Ben Sulayem, sulla reale fattibilità di una Formula 1 nuovamente spinta da motori V8, ha commentato: “Adesso, con le squadre, sono molto ottimista e contento, c’è anche il supporto della FOM e le squadre stanno capendo che è la strada giusta. Quando parlai dei V6, V8, V10 o V12 si trattava di un’idea per sostenere il business, poiché l’attuale motore è complicato a livelli che non immaginate. Ed è costoso, la ricerca e sviluppo sta raggiungendo i 200 milioni.
Un motore costa all’incirca 1,8-2,1 milioni di dollari e se andassimo verso un V8 pulito, molti dei costruttori e case auto realizzano i V8 sulle proprie auto e sarebbe una scelta commercialmente corretta”.
I vantaggi tecnici di un ritorno al passato, peraltro relativamente recente, al 2013, avrebbe i suoi benefici in termini di minore peso rispetto alle power unit turbo ibride, anche in presenza di una forma soft di ibrido com’era il Kers. Se, invece, davvero dovesse far presa il progetto di una Formula 1 che abdicasse totalmente all’elettrificazione, allora vorrebbe dire tornare alle stagioni antecedenti il 2009.
La sostenibilità ambientale di tali propulsori verrebbe assicurata dai combustibili sintetici, e-fuel al debutto nel 2026; senza tralasciare altre possibilità, come la combustione a idrogeno (sebbene con ancora limiti tecnici da superare), la cui produzione di CO2 è nulla ma generano gli inquinanti NOx.
Tagliare i costi e semplificare le power unit sono i punti centrali nel progetto del presidente FIA: “E’ la strada da seguire, taglia i costi e la gente pensa che la Formula 1 si faccia con fondi illimitati ma non è così per tutte le squadre. Si tratta di un’iniziativa che adesso viene accettata.
L’unica cosa che dovremo sistemare sono gli aspetti tecnici, se si tratterà di un motore 2.5, 2.6 o 3 litri, ma che importa? Sarà un V8 o un V10? Dipenderà dai team. Ci consulteremo con loro e li ascolteremo, dobbiamo farlo presto. Il 2026 sta arrivando e ci vorranno almeno 3 anni. Speriamo, quindi, di avere qualcosa nel 2029”.
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