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Formula 1, inversione a V sui motori del futuro: dal 6 al 12 cilindri, quale soluzione sceglierà?

Riduzione dei costi, un ibrido semplice, parti standardizzate. La FIA vuole un cambiamento sui motori già nel 2029 e il V8 potrebbe essere il frazionamento di ritorno
Formula 1, inversione a V sui motori del futuro: dal 6 al 12 cilindri, quale soluzione sceglierà?
© Ferrari

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

15 lug 2025

Nel sostenere la propria linea di una Formula 1 che deve tornare ad altri frazionamenti di propulsore e aprire a un ibrido semplificato e standardizzato, il presidente Ben Sulayem - parlando dei particolari tecnici dell’unità che dovrebbe sostituire i nuovi motori V6 con e-fuels - ha lasciato spazio a ogni opzione, da discutere in un gruppo tecnico con squadre e motoristi.

Posto che proprio i motoristi, fermi sulla linea di una Formula 1 che - quale che sia il frazionamento del motore termico - non potrà prescindere da una componente ibrida, accettino di ridiscutere frazionamento e scelte tecniche dopo sole 3-4 stagioni di utilizzo dei propulsori 2026, quali sarebbero i “pro” e i “contro” delle soluzioni alternative agli attuali V6 turbo ibridi e ai futuri alimentati a e-fuel e con metà potenza espressa dal motore elettrico?

Il sei cilindri a V ha una reputazione "macchiata"

Il V6 è stato accompagnato dalla nomea di motore privo di sound, dal debutto nel 2014. Una caratteristica dovuta dallo schema complesso dell’ibrido, con la presenza del MGU-H e, soprattutto, dai limiti imposti dal flussometro di carburante che di fatto ha reso inutile superare i 12.000 giri/min, pure in presenza di un regolamento tecnico che ammetteva un regime di rotazione superiore.

Il vantaggio del V6 è nella compattezza degli ingombri, certo non è frazionamento più emozionale per il pubblico e se cambiamento dovrà essere difficilmente avverrà intorno al V6 che ha rappresentato l’ossatura della F1 ibrida al suo massimo livello.

Il V8 riconoscibile dagli USA al Giappone

Il fattore emozionale del motore ibrido immaginato in vista del 2029 o 2030 è da considerare centrale. La base di tifosi, specialmente negli Stati Uniti, sempre più giovane fa sì che l’unica Formula 1 conosciuta da molti appassionati dell’”era Netflix” non abbia assistito ad altro se non un campionato corso con i motori V6 ibridi.

Il ritorno agli 8 cilindri a V rappresenterebbe una scelta potenzialmente vincente sia per le esigenze commerciali di molte case auto impegnate in Formula 1 che per la riconoscibilità presso un pubblico giovane - d’età e di frequentazione alla Formula 1 - e vicino ad altre categorie del motorsport. Da un lato il V8 è uno dei simboli del motorismo negli Stati Uniti, dall’altro, in Europa, resiste su alcuni modelli di auto stradali ad alte prestazioni e farà il ritorno in quelle che, frettolosamente, hanno abdicato al V8 in favore di soluzioni ibride con frazionamento del termico 4 cilindri. Una bocciatura da parte degli appassionati che ha suggerito alle case un passo indietro. Anche in Giappone è un frazionamento abbinato ai modelli sportivi di fascia alta, come l'ultima GT che Toyota presenterà nel 2026 e porterà in gara nella categoria GT3.

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