GP Austria: i 5 temi del fine settimana

GP Austria: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Terza vittoria stagionale per Leclerc in una domenica in cui la Ferrari avrebbe potuto fare doppietta, se solo non si fosse fermata la macchina di Sainz; delude la Red Bull nel GP di casa mentre Alonso dà sempre spettacolo

11.07.2022 ( Aggiornata il 11.07.2022 13:41 )

Ricomincio da tre

Guai a parlare di mondiale riaperto, semplicemente perché non era mai stato chiuso. Ma siccome un campionato è fatto anche di momenti più importanti di altri, questo GP d'Austria per Charles Leclerc ha tutto il sapore di un cerchio (di sfiga) che si chiude, di una ripartenza. Da tre, come le sue vittorie stagionali: Sakhir, Melbourne e adesso Spielberg. Fanno cinque in carriera e, curiosamente, ogni volta che vince il nome del 2° classificato cambia sempre: in Austria era la prima volta che Max chiudeva secondo dietro ad una vittoria di Charles. Fanno cinque punti recuperati nel weekend che lo porta a -38: e si può, accidenti se si può. Ammesso e non concesso di credere che questa Red Bull fosse la vera Red Bull: troppo brutta per essere vera e più avanti cercheremo di capire il perché. Ma intanto, la Ferrari: bellissima, veloce e addirittura sorprendente, una serie di aggettivi a cui fino a pochi giri dalla fine avremmo potuto aggiungere il termine “perfetta”; ma non lo è stata, perfetta, con una macchina che si è incendiata a pochi chilometri dal traguardo quando ormai la doppietta pareva cosa fatta, questione di una tornata o due.

Sainz, a proposito: rimesso in riga da una prestazione superlativa da parte di Charles, non tanto e non solo nel duello del sabato, quanto piuttosto sul passo gara della domenica; irraggiungibile per il figlio d'arte nel fine settimana che, per lui sì, rischia di essere uno spartiacque della stagione. Siamo precisamente a metà campionato: 11 GP alle spalle, altri 11 da correre. Tra i due ferraristi ci sono 37 punti, praticamente lo stesso divario che separa Max e Charles: questo significa che tra Sainz e la vetta, oggi, ci sono 75 punti. Forse troppi, per reputarsi ancora in lotta per il mondiale; ma sono riflessioni che lasciamo volentieri alla Ferrari. La quale, comunque, una risposta in Austria l'ha avuta: non solo da parte dei piloti ma anche da parte della macchina. Quest'ultima, in generale, resta la migliore del lotto; ed è spesso irresistibile, quando non si rompe. Basta anche vedere in che direzione stia andando la F1-75 nella strada degli sviluppi rispetto alla RB18: la Ferrari progredisce e ne beneficiano entrambi i piloti, la Red Bull migliora ma più avanti si va e più sembra che la sappia guidare solo Verstappen. Il segreto, a Spielberg, è stato un bilanciamento eccezionale che la RB18 si è solo sognata; la differenza possono averla anche fatta gli strumenti di simulazione, ormai decisivi nei fine settimana con la sprint race, dove si registra una sola sessione di libere prima di entrare in parco chiuso.

La prova austriaca, comunque, ha dato segni che il Cavallino non deve assolutamente temere più niente: la gestione delle gomme è stata ottimale, le velocità di punta molto buone (con chiari miglioramenti dunque sia in efficienza aerodinamica che nello sfruttamento dell'ibrido in fondo agli allunghi), la coppia ai bassi regimi è ancora la migliore del lotto (sposando perfettamente una macchina che si esalta in trazione). Certo, restano i guai di affidabilità: ma quelli per il mondiale 2022 si dovrà gestirli, più che risolverli. Compresi quelli di entità minore che però possono costare caro, come il guaio al pedale dell'acceleratore che nel finale di corsa ha fatto aumentare i battiti non solo a Leclerc ma anche a tutta la squadra in garage. Fortuna che non sia andato in panne il cambio: la centralina rifiutava le scalate al ribasso perché “leggeva” una farfalla ancora aperta, da qui la sua riluttanza a far entrare le marce in frenata. Bravissimo Charles a gestire e magnanimi i commissari che, reputandolo un rischio, avrebbero anche potuto sventolare la bandiera arancione e nera che impone l'obbligo del pit-stop. C'è una consapevolezza, però, a Maranello, cioè che se la macchina non si fermerà lungo la pista, ci sarà sempre un Charles Leclerc pronto a portarla dove merita: davanti a tutti.

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