GP Belgio: i 5 temi del fine settimana

GP Belgio: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Una supremazia sconcertante da parte della Red Bull, con Verstappen che ha fatto gara a parte nel weekend in cui la Ferrari si è dimostrata, per la prima volta durante l'anno, incapace di contrastare i rivali

29.08.2022 ( Aggiornata il 29.08.2022 11:56 )

MV1 (X2)

Tranquilli, non è un'equazione matematica strampalata. E' l'acronimo che sta, come va di moda oggi, per le iniziali del protagonista di questo tema, Max Verstappen, seguito dal numero che ha appicciato sul musetto della sua monoposto. Il "per due", invece, è facile immaginare a cosa sia riferito: ad un secondo titolo che, ormai, Max Verstappen può solo perdere. E pensare che questa scalata era cominciata con due ritiri nelle prime tre gare, due ko sufficienti perché l'olandese dicesse che di titolo non era il caso di parlare. Nemmeno se gli avessero offerto un biglietto per un viaggio nel futuro di cinque mesi avrebbe mai potuto credere che si sarebbe ritrovato a Spa, prima gara dopo la pausa estiva, con un vantaggio che sta per toccare la terza cifra: +93 su Perez, +98 su Leclerc.

Numeri di un dominio incontrastato, anche se sono altri, però, i numeri che fanno paura. Questi: 1'50”747 contro 1'53”123. Sono, rispettivamente, il tempo sul giro di Sainz e Verstappen al primo passaggio dopo il primo pit-stop di Max. Entrambi con gomma media appena montata, con quella dello spagnolo più vecchia di soli quattro giri, di certo non abbastanza per spiegare un astronomico divario di 2”376. Un crono a dir poco clamoroso, quello di Verstappen, che in Belgio è andato a spasso nella storia: una rimonta simile in Belgio non la si vedeva dai tempi di Michael Schumacher con la Benetton, il quale nel 1995 partì 16° per andare a vincere. Proprio come il Michael dei tempi d'oro, Max ha vissuto un fine settimana in cui è stato letteralmente di un altro pianeta, sfornando una superiorità imbarazzante per tutto il resto della concorrenza, a cominciare da Sergio Perez, che rispetto a lui di diverso aveva solamente una power unit con qualche chilometro percorso in più. La maggior freschezza del motore dell'olandese avrebbe potuto spiegare un distacco un po' più contenuto, non i 17”841 presi sul traguardo da Checo, per di più in una gara cominciata dodici posizioni più avanti in griglia. E infatti il messicano lo ha detto senza girarci intorno: Max è stato di un altro pianeta”.

Che sia Venere, Marte o Giove, di un altro pianeta Max lo è stato di sicuro. Si è ritrovato tra le mani una Red Bull eccezionale e lui l'ha fatta volare, mandandola in orbita. Se non conosciamo il pianeta di partenza, di sicuro conosciamo quello di arrivo: è il pianeta dei bi-campioni del mondo della Formula 1.

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